Il cast è composto da Sandra Ceccarelli, Aurelien Recoing, Stefano Cassetti Valentina Cervi, Maurizio Tabani, Simonetta Benozzo, Nanni Tormen, Antonio Rosti

Il Resto Della Notte: sceneggiato e diretto da Francesco Munzi

  Cultura e Spettacoli  

Il regista romano ha ambientato il suo film in una Brescia che riflette le contraddizioni, giunte al punto di rottura, in tutte le comunità urbane del Nord: immigrati clandestini e ricchi industriali, ghetti sordidi e blindate ville superlusso, tossicomani irrecuperabili e giovani ingenui e innocenti condannati a perdere la speranza.

Silvana Boarin , sofferente da tempo di disturbi nervosi, moglie di Giovanni, un industriale di provincia, si convince che la giovane domestica rumena, Maria, sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza alcuna prova, contro la volontà del marito Giovanni e soprattutto della giovane figlia Anna, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane. Maria, dopo un inutile e disperato vagabondare, decide di tornare in casa del suo ex fidanzato, Ionut, da poco uscito di galera, che ora condivide un poverissimo appartamento di ringhiera col fratello minore adolescente Victor. Tra Ionut e Maria rinasce una passione che sembrava sopita da tempo. I giovani amanti presto si accorgono che gli equilibri familiari sono cambiati: Victor, infatti, guarda con sospetto Maria, considerandola inaffidabile e dannosa per la serenità del fratello, celando, dietro atteggiamenti infantili, una gelosia quasi morbosa per Ionut, accresciuta dalla recente scomparsa della madre. Ionut, intanto, ha cominciato a frequentare Marco Rancalli, un giovane cocainomane, con cui condivide un giro di piccola malavita. Marco a sua volta ha una storia difficile alle spalle, un figlio di otto anni Luca, affidato da molti anni alla ex-moglie. Quando la donna, esasperata per il suo comportamento incosciente e pericoloso, decide di togliergli la possibilità di vedere il figlio, l’aggressività dell’uomo raggiunge livelli di guardia. La famiglia dell’industriale da cui è partita la storia, e le ricchezze della loro casa, diventano l’obiettivo primario di questa banda di disperati. Gli equilibri emotivi dei personaggi già molto precari, cominciano ad incrinarsi, facendo precipitare gli eventi verso un tragico epilogo.Il film è girato con uno stile cadenzato e asciutto che fa accrescere, via via, la tensione: il regista si mette in disparte e cerca le motivazioni direttamente nelle poche parole, nei gesti, nei corpi, negli sguardi dei personaggi. La fotografia di Vladan Radovic, il montaggio di Massimo Fiocchi, i costumi di Valentina Taviani, le scenografie di Luca Servino, il suono di Stefano Campus e le musiche di Giuliano Taviani sono di buon livello, ma troppi risvolti psicologici e connessioni drammaturgiche rimangono sospesi. Il film è anche un´indagine sull´Italia multietnica, violenta, marginale. Non ci sono buoni e cattivi, vittime e carnefici. C´è un senso di disillusione, la consapevolezza di una perdita dell´innocenza, la sensazione di vivere in un perenne stato di assedio.

Il film, prodotto da Donatella Botti per BIANCA FILM in collaborazione con RAI CINEMA e realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) e la collaborazione della Film Commission Torino Piemonte, è uno dei tre film che hanno rappresentato il nostro Paese al Festival di Cannes.

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