Per una domenica da … re! Una passeggiata nel Parco più antico d’Italia alla scoperta dei luoghi di Vittorio Emanuele II – Re Cacciatore

Sui sentieri del Gran Paradiso

  In viaggio tra gusto e cultura  

Ogni domenica, fra il 13 Luglio e il 31 Agosto la strada che da Ceresole Reale (località Serrù) sale fino al Colle del Nivolet (2.612 mt) nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sarà ... aperta agli amanti delle passeggiate … e chiusa al traffico automobilistico! Niente più code sulle stradine o parcheggi selvaggi a caccia del fresco sopra i 2.500 mt.  Almeno di domenica l’auto si lascia nelle apposite aree, armandosi di pedule e zaini, per meritarsi il pranzo al sacco o la polenta ceresolina proposta da trattorie e rifugi ... E per chi non voglia (o non possa) usare le gambe …l’ente Parco (in collaborazione con GTT) mette a disposizione un servizio di navette.

Il gioiello del Parco del Gran Paradiso si raggiunge solo in estate a piedi in 3 ore circa dalla Valle d’Aosta (Valsavarenche) e dal Piemonte attraverso una strada che si inerpica per 6 Km da Ceresole Reale. Una strada che nelle domeniche estive viene percorsa solo da a piedi, in bici o su una navetta per far riscoprire a tutti la bellezza di questo delicato habitat, fra laghetti e torbiere.

Intorno al 1859 la Valle Orco visse un momento di grande visibilità grazie alle “incursioni” di Vittorio Emanuele II, il “Re cacciatore” al quale il Comune di Ceresole aveva ceduto il diritto di caccia su camosci e stambecchi, ottenendo in cambio il titolo onorifico “Reale”. Per lo stesso motivo fra fine ‘800 e inizio ‘900, Ceresole visse una stagione di turismo di elite, di moda fra la borghesia torinese, legata alla presenza dei Savoia e alla fonte di acque minerali allora molto conosciuta e apprezzata. Segni di quell’epoca sono le architetture di pregio di alcune ville e soprattutto del Grand Hotel aperto nel 1888.

Al seguito dell´aristocrazia piemontese che orbitava intorno alla famiglia reale, numerosi artisti e poeti dell’epoca soggiornarono nell’elegante Grand Hotel. Fra questi Guido Gozzano e Giosuè Carducci che proprio qui - come ricorda una lapide - nel 1890, al cospetto delle cime del gruppo delle Lavanne, (le "dentate scintillanti vette"!!), compose l´ode "Piemonte". Dopo un lungo periodo di chiusura e recenti restauri quest’anno (il 6 Luglio) il Grand Hotel riaprirà al pubblico ospitando anche una mostra permanente dedicata all’animale simbolo del Parco: lo Stambecco.

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