In mostra al Palazzo dei Giureconsulti di Milano

PEOPLE di Sandro Cabrini

  Cultura e Spettacoli  

  Omini dipinti, sagomati, fotografati ... in piedi, seduti, appesi, di corsa … attendono, scappano, accolgono, danzano … realistici, divertenti, sconcertanti … in cerca di un’identità!

“Nel ’68 pieno di speranze e di attese, mi è capitato di affacciarmi ad una finestra e osservare un corteo. Dall’interno, dal basso, era un fluire omogeneo e compatto, un procedere senza porsi una meta, era importante solo andare avanti, restare nel cuore del movimento. Dal di fuori, dall’alto, il muoversi delle persone era pieno di contraddizioni, di esitazioni che alimentavano la corrente, che facevano vivere a questo fluire momenti diversi senza identità e senza la coscienza del movimento. Da allora mi è capitato tutti i giorni di cambiare piano, di osservare come se fossi seduto più in alto, ed è curioso come le cose sembrino essere diverse.” (Sandro Cabrini)

“Colori primari, e un segno elementare, quasi tribale, che è un esplicito sintagma dell’uomo, una specie di croce uncinata, una X, che si ripete uguale ma diversa e crea un pattern, mentre si aggrega in sciami o si disperde nello spazio rarefatto. L’uomo ridotto a simbolo, ad uno schema semplice che pur nella sua semplicità può esprimere attraverso codici universalmente riconosciuti il suo stato d’animo.” (Elisabetta Longari)

“Cabrini nelle diverse tappe della sua opera sottolinea che la crescente complessità del mondo in cui viviamo può generare un senso di impotenza in chi si trova sommerso in un mare di informazioni e cambiamenti di ordine socioeconomico senza possedere una bussola per orientarsi, e che non è possibile venire a capo della complessità con la sola semplificazione, ma serve un punto di vista diverso e allo stesso tempo una capacità di abbracciare la visione di insieme senza perdersi i dettagli.” (Serghei Lazzaretti)

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