Il 96,5% delle mail aziendali è rappresentato da spam. Reti sociali e SMS sono le nuove frontiere utilizzate dagli spammer per diffondere mail spazzatura. Gli Stati Uniti continuano a guidare indisturbati la speciale classifica stilata da Sophos, ma il nostro paese passa dall’ottavo al sesto posto

Sophos: l’Italia sale al sesto posto

  Nuove Tecnologie  

Sophos, società leader a livello mondiale nel settore della sicurezza informatica e nella tecnologia di controllo dell’accesso alla rete (NAC), ha pubblicato il nuovo rapporto sulle ultime tendenze nel panorama dello spam e sui dodici Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di mail spazzatura nel secondo trimestre del 2008. Dalle indagini di Sophos emerge un aumento allarmante del volume di spam in circolazione su internet tra aprile e giugno 2008 e la nuova tendenza degli spammer a sfruttare i siti delle reti sociali come Facebook e i telefoni cellulari per diffondere i propri messaggi non richiesti.

Il volume di spam registrato dagli esperti di Sophos è cresciuto dal 92,3% dei primi tre mesi di quest’anno al 96,5% del secondo trimestre, in altre parole 27 mail aziendali su 28 sono spam.

Se un’azienda è connessa a internet, avrà difficoltà nello svolgere le proprie attività, a meno che non provveda a implementare un’efficace protezione antispam. In caso contrario, i messaggi di spam avranno il sopravvento sui messaggi leciti provenienti da clienti e fornitori - ha dichiarato Walter Narisoni, Sales Engineer Manager di Sophos Italia - Occorre ricordare inoltre che alcune tipologie di spam, oltre ad arrecare disturbo, hanno scopi malevoli in quanto tentano di indurre l’utente a cliccare su un Trojan allegato o di attirarlo su un sito web infetto. Le aziende necessitano di una soluzione integrata per la protezione del gateway da spam e malware, che va aggiornata regolarmente per neutralizzare gli attacchi informatici lanciati via Internet.

I computer privati controllati dagli hacker si riconfermano fonte di spam. I messaggi di spam vengono quasi sempre inviati da computer zombie, ovvero controllati e sfruttati dai criminali informatici per ricavare profitti illeciti all’insaputa degli incolpevoli proprietari. Si tratta solitamente di computer privati sprovvisti di adeguata protezione antivirus, firewall o patch di sicurezza aggiornati.

I dodici Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di spam a livello mondiale tra aprile e giugno 2008 sono i seguenti:

Classifica

Paese

Percentuale

1

Stati Uniti

14,9%

2

Russia

7,5%

3

Turchia

6,8%

4

Cina (inclusa Hong Kong)

5,6%

5

Brasile

4,5%

6

Polonia

3,6%

6

Italia

3,6%

7

Corea del Sud

3,5%

8

Gran Bretagna

3,2%

9

Spagna

3,2%

9

 

 

11

Germania

3,0%

12

Argentina

2,9%

 

Altri

37,7%

La distribuzione geografica dello spam per continente da aprile a giugno 2008 è la seguente:

Classifica

Paese

Percentuale

1

Asia

35,4%

2

Europa

29,5%

3

Nord America

18,2%

4

Sud America

14,8%

5

Africa

1,2%

6

Altri

0,9%

Stati Uniti e Russia hanno mantenuto salda rispettivamente la prima e seconda posizione nella classifica dei maggiori produttori di spam del secondo trimestre 2008 - ha aggiunto Narisoni – E’ necessario compiere sforzi maggiori per sensibilizzare gli utenti sul tema della sicurezza informatica. I computer vengono controllati da remoto, quindi possono essere sfruttati dagli hacker non solo per bersagliare gli utenti con una raffica di spam, ma anche per commettere furti d’identità sottraendo alle vittime informazioni bancarie e numeri delle carte di credito".

Completa il podio della vergogna la Turchia, che fa registrare un marcato aumento dello spam inviato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, balzando dalla nona posizione del secondo trimestre del 2007 con il 2,9% alla terza posizione del trimestre appena trascorso con il 6,8%.

Debutta in classifica l’Argentina, responsabile del 2,9% di tutto lo spam prodotto a livello mondiale, scalzando la Francia dal 12mo posto. Mentre l’Italia passa dall’ottavo al sesto posto.

L’economia argentina sta registrando il tasso di crescita più rapido del continente sudamericano, ciò  equivale a dire che un numero sempre maggiore di computer nel Paese è connesso a Internet - ha spiegato Narisoni - Gli spammer assumono facilmente il controllo di computer scarsamente protetti, ovunque si trovino nel mondo, per creare pericolose reti di computer zombie. La crescente popolarità dei computer è ormai un dato acquisito, ma la sicurezza informatica deve restare una priorità assoluta.

Gli esperti di Sophos hanno osservato che gli spammer si servono sempre più frequentemente dei siti di social network come Facebook e LinkedIn per diffondere messaggi indesiderati contenenti collegamenti a negozi online, lotterie fittizie e operazioni finanziarie fraudolente.

Gli spammer si trovano sempre più spesso a fare i conti con i filtri antispam aziendali installati sul gateway di posta, che impediscono ai loro messaggi illeciti di giungere a destinazione. - ha concluso Narisoni - Per aggirare l’ostacolo, gli spammer sfruttano i siti delle reti sociali come Facebook piazzando messaggi di spam nei profili degli iscritti. Questi messaggi vengono poi letti non soltanto dai titolari dei profili, ma da chiunque visiti la pagina in questione.

Secondo i dati raccolti dagli esperti di Sophos, lo spam che circola per posta elettronica continua a prevalere sullo spam che sfrutta i siti sociali come Facebook, Bebo e LinkedIn, ma gli spammer mostrano una crescente propensione verso metodi di diffusione alternativi.

Un altro canale di diffusione sempre più in voga è rappresentato dai messaggi SMS inviati ai telefoni cellulari.

 Versione stampabile




Torna