Il volume costituisce un omaggio al pittore piacentino Carlo Berté, ancor oggi attivo a Milano

Carlo Bertè: Catastrofi

  Cultura e Spettacoli  

Carlo Bertè, nato a Piacenza nel 1939, si è formato all´Accademia di Brera dove è stato allievo di Mauro Reggiani. Inizia la sua attività nella città natale, ma poi si trasferisce prima a Londra e dopo a Parigi. Nella capitale francese frequenta Patrick Waldberg, Roberto Garzia York, Gerardo Chavez. Incontra Masson, Italo Calvino, il filosofo Marcel Paquet. Collabora con la casa editrice "Les Editions de la Difference" e sue opere compaiono nei volumi di Oscar Panizza e Michel Waldberg.

Rientrato in Italia, nel 1980 si stabilisce a Milano dove tuttora vive e lavora. Collabora dal 1987 con la Galleria San Carlo di Milano. E´ selezionato tra gli artisti italiani le cui opere vengono esposte in Giappone nel corso del 1987 per la mostra Capolavori dell´Arte italiana del ´900. Ha al suo attivo oltre sessanta personali in Italia e all´estero. Sue opere sono in permanenza alla Galerie S. Jaques di Bruxelles, alla galerie La Hune di Parigi e alla San Carlo di Milano.

L’opera di Carlo Bertè si colloca nella corrente della pittura fantastica italiana del Novecento che da Alberto Martini a Savinio, da Nathan a Usellini, da Clerici a Foppiani e Armodio giunge fino ai giorni nostri grazie alle ricerche in questo ambito di Adelchi-riccardo Mantovani e Raimondo Lorenzetti fino ai più giovani artisti come Luigi Serafini, Agostino Arrivabene e Adriano Pompa.

Nel ciclo Catastrofi, eseguito tra il 2004 e il 2007, l’artista ci fa rivivere le angosce del mondo contemporaneo afflitto da cataclismi naturali ed eventi terroristici drammatici.

A prima vista le Catastrofi di Carlo Bertè sono scenografie architettoniche, lignee, prospettiche e mostrano uno sfondo che attende lo svolgersi di un’azione. Ma un’azione è già in atto ed è visibile: il cedimento o il collasso delle stesse scenografie. In esse sono presenti tutti gli ingredienti per la costruzione di una rappresentazione scenica classica; tuttavia il pittore introduce spesso elementi di modernità che fanno pensare che i crolli non riguardino solo le città antiche: un monito alla società moderna a non sfidare la natura e le sue leggi, a non erigere agglomerati disumani destinate a soccombere sotto l’effetto di violente implosioni.

I testi del volume delle Edizioni Gabriele Mazzotta sono di Luigi Sansone, che ha curato anche l’opera, Carlo Ravagnati, Francesco Spagnolo

Ulteriori informazioni: www.mazzotta.it.

 Versione stampabile




Torna