Ricerca BitLab: i nuovi santuari del gusto attraggono sempre più stranieri. Parola di stampa estera

BIT Turismo: Italia meta preferita per l’enogastronomia

  In viaggio tra gusto e cultura  

L’eccellenza eno-gastronomica dell’Italia si conferma un’attrattiva di prim’ordine per i turisti stranieri, che incoronano il Belpaese come meta ideale per una vacanza in grado di coniugare il mangiar bene con la scoperta del territorio, stando anche attenti al budget. Questo è quanto risulta da un’indagine presentata nell’ambito della presentazione ufficiale di BIT 2009. Ecco, quindi, che, accanto alle intramontabili città d’arte e alle località di mare e di montagna, i tour operator propongono sempre più itinerari inediti attraverso i borghi della provincia italiana noti per le loro specialità culinarie.

Un vero e proprio florilegio di sapori e profumi unici e irripetibili, diversi da Nord a Sud, tant’è che, ad esempio, “si contano ben 19 regioni che producono altrettanti oli d’oliva: se quello dell’Emilia Romagna sa di burro e crema, quello meridionale ha un chiaro gusto di limone, perché i frutteti di agrumi qui sono in fiore” [The Hindu (IN), 09/06/2008, Rajesh Radhakrishnan].

Al Top della Top ten delle mete europee più citate dalla stampa estera per il turismo enogastronomico c’è l’Italia

Il primato dell’Italia (INDIM 12.38%) quale destinazione europea al top per il turismo enogastronomico, gettonata molto più che la Grecia (INDIM 11.95%), la Spagna (INDIM 11.12%) e la Francia (INDIM 10.54%) per l’ineguagliabile mix tra bellezze paesaggistiche, cibi di qualità e ottimi vini, emerge da una ricerca realizzata da BitLab, il primo Osservatorio permanente sull’immagine del settore turistico italiano all’estero, commissionata da Expocts, società controllata da Fiera Milano, in occasione di BIT 2009, la Borsa Internazionale del Turismo. Il taglio del nastro della 29esima edizione della mostra, che si terrà a Milano dal 19 al 22 febbraio 2009, avverrà, infatti, in concomitanza con quello della seconda edizione di CerticiBit, l’evento dedicato alle buone abitudini alimentari e alle produzioni di qualità.

Il monitoraggio della stampa internazionale, effettuato nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2008 su 3.492 articoli di circa 100 testate giornalistiche appartenenti a ben 20 Paesi, dall’Europa all’America all’Asia, ha permesso altresì di tracciare una mappa delle nuove “mecche” dei viaggiatori buongustai disseminate lungo la Penisola. Dai boschi e dalle distese di vigneti del Piemonte fino alle colline umbre, passando per le campagne toscane e laziali per arrivare ai parchi calabresi dell’Aspromonte, il leitmotiv non cambia: il meglio della cucina italiana, tra modernità e tradizione, si scopre al di fuori dei grandi circuiti turistici tradizionali.

Qualche esempio? Il basso Piemonte deve la sua fortuna turistica in gran parte alla raffinata cucina, impreziosita dal nobile tartufo bianco e innaffiata da vini apprezzati in tutto il mondo, come il Barolo e il Barbaresco. Basti pensare che “l’agenzia di viaggi “Olimar” di Colonia ha programmato un tour per automobilisti di 430 chilometri, in sei giorni, attraverso i vigneti e le zone del tartufo, Asti e Alba” [Die Zeit (D), 20/11/08, n.f.]. Inoltre, “per tutto il periodo invernale si organizzano mercatini e fiere dove il grande protagonista è proprio questo tesoro della terra” e sono numerosi i turisti stranieri che si iscrivono ad alcune delle escursioni organizzate dalla regione nei suoi fantastici boschi lungo la strada del tartufo bianco, uno dei percorsi più «tentatori» del Belpaese [El Mundo Viajes -inserto mensile di viaggi- (ES), 01/10/08, Sara Cucala]. A ciò va aggiunto che “i viticoltori si sono organizzati per accogliere questi turisti e permettono non solo di entrare nelle loro cantine per assaggiare i loro vini, ma, a prezzi modici, offrono anche alloggio nei loro agriturismi” [Guardian (GB), 20/07/08, n.f.].

La stampa estera tesse, poi, gli elogi dell’Umbria più recondita, le cui specialità gastronomiche si possono assaporare attraverso una passeggiata “arcobaleno”: dal bianco dei vini di Orvieto al rosso di quelli del promontorio di Montefalco, in primis il sagrantino, passando per il verde dell’olio extravergine di oliva ricavato dagli ulivi perugini, il rosa dei salumi e il nero del tartufo. “A cento chilometri a sud di Perugia, la famosissima Norcia merita una visita. Questo piccolo paese è la patria degli insaccati e del tartufo nero (…). Impossibile terminare il tour gastronomico della regione senza passare da Castelluccio, il più alto paese degli Appennini. Oltre al sublime paesaggio, non ci si può perdere le eccellenti lenticchie che si sposano perfettamente con il coniglio” [Libération (FR), 26/01/08, Christophe Alix]. Queste ed altre recensioni positive sono dovute anche al fatto che, nella maggior parte dei casi, i prodotti della terra sono di origine protetta e appartengono a una filiera controllata. “L’Umbria e la zona dei monti Sibillini –conferma il Financial Times (GB)- godono da tempo di un’ottima reputazione per quanto riguarda la coltivazione biologica dei cereali e la produzione di salami e prosciutti che, unendosi con i funghi porcini e i tartufi locali, danno vita a un vero matrimonio di gusti. Il farro, specialità della zona, deve la sua fragranza alle altitudini a cui viene coltivato” [02/02/08, Fiona Leney].

Un ulteriore incentivo al gastro-turismo è offerto dalle innumerevoli manifestazioni finalizzate alla promozione dei prodotti tipici, che rappresentano un’attrattiva non solo per gli abitanti del posto, ma anche per gli stranieri. Su tutte spicca “Cantine Aperte”, una sagra di vini e cibi locali che, alla fine di maggio, coinvolge ogni anno più di 1.000 cooperative vinicole sparse per il Belpaese, attirando soprattutto gli inglesi poiché molte tra le uve italiane più pregiate difficilmente riescono ad abbandonare l’area di produzione e ad arrivare in Gran Bretagna [Telegraph (GB), 05/01/08, n.f. ].

Anche al Sud l’eccellenza gastronomica si conferma un traino per il turismo. La stampa tedesca [Süddeutsche Zeitung (D), 04/09/08, Hans Gasser] elogia la Basilicata per i piatti poveri della sua cucina regionale (tra i cavalli di battaglia la “lucanica”, arricchita naturalmente dall’immancabile peperoncino, e la pasta di Mischiglio, frutto di un antico mix di cinque cereali, che ben si sposa con il sugo alla salsiccia), ma a fare la parte del leone sono soprattutto la Puglia e la Calabria. Qui “molti agriturismi con annessi ristoranti offrono regolarmente corsi di cucina, così da permettere ai loro clienti di imparare a preparare le specialità locali” [Telegraph (GB), 05/01/08, n.f.]. Per quanto riguarda, in particolare, la Puglia, “patria dell’olio d’oliva, dal sapore potente e ricco, e del grano duro, ingrediente principe della focaccia, ma anche delle mandorle e della burrata” [15/05/08, Zoe Strimpel], il quotidiano inglese Times non ha dubbi che sia proprio il cibo il plus capace addirittura offuscare la fama turistica della Toscana. Anche quest’ultima, del resto, gioca le sue carte a tavola, se è vero che il francese Le Figaro contrappone alle classiche città d’arte il fascino tutto pantagruelico della parte meridionale della regione, dalla cinta senese alla zona maremmana. “Gli asparagi selvaggi e il pesce fresco sono i prodotti-faro della zona” [29/05/08, David Batty].

Mangiare bene sì, ancor meglio se a buon prezzo. E’ questo uno dei punti di forza della Sicilia. “Il sole caldo, pesce fresco appena pescato, cucinato in modo semplice e squisito, vini eccellenti ed economici, rovine greche e chiese in ogni forma e dimensione, si adattano perfettamente –scrive il New York Times- ad ogni tipo di budget” [06/07/08, Adam Begley]. Il francese Les Echos va oltre. “Per scoprire la Sicilia fino in fondo si devono scoprire le ricette ancestrali che fondono dolce e salato e che sono un invito al palato. Noto, Modica, Scicli sono le chiavi per un percorso goloso nelle terre siciliane. Si devono gustare gli «scacci», gli arancini o il «cunzatu». Modica, invece, è un po’ fuori dal circuito turistico, ma, da gennaio a maggio, si mangiano i cedri che non possono non essere divorati avidamente. La parte bassa della città brulica di confetterie che testimoniano la tradizione legata alla lavorazione del cioccolato, con un gusto che fa viaggiare nel tempo. Il nostro viaggio si conclude poi a Scicli, dove si preparano le migliori mandorle di Agrigento, dando vita a meraviglie di dolcezza che consolano chiunque” [11/07/08, Elisabeth Scheiter].

E, parlando di dolci, è sempre la stampa d’Oltralpe a tessere gli elogi del gelato italiano che, in particolare a Milano, attira per strada turisti di tutte le classi e non solo, trasformandosi in un’abitudine immancabile per l’estate [Les Echos (Fr), 30/05/08, Marie Laure Cittanova].

Saltando a piè pari l’Emilia Romagna, riconosciuta a furor di popolo come la regione in cui si produce il miglior cibo d’Italia, non solo nel capoluogo Bologna, ma anche in centri minori come Faenza –il Washington Times [29/03/08, n.f. ] suggerisce di cominciare la visita in questo paradiso gastronomico con un piatto di cappellacci al formaggio di fossa Dop-, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno dalla loro il vantaggio di unire in sé le specialità marinare dell’Adriatico –famose le vongole di località come Albarella e Rosolina Mare, sul delta del Po, decantate dall’austriaco Der Standard [20/09/08, Helmut Luther]- a quelle montane dell’entroterra. “Ci sono certi posti in cui la cucina locale non ha stagioni, non guarda in faccia alle ferie o alle vacanze. Ecco, la zona di Grado e della sua laguna è una di queste: dall’anguilla alle sarde marinate, c’è sempre spazio per ogni specie di pesce e di mollusco. Questo per quanto riguarda la zona di mare. Man mano che ci si addentra nel Friuli, invece, la cucina diventa molto più consistente e “terrestre”: salame, speck, formaggio, agnello agli asparagi, spezzatino di manzo e i famosi canederli friulani col salame. In Friuli ce n’è per tutti i gusti e per tutte le stagioni, in qualsiasi momento dell’anno” [Der Standard (A), 08/08/08, n.f.]. Non solo in Friuli. Particolarmente significativi gli elogi della stampa indiana. “L´Italia è un piacere per i golosi, con la sua meravigliosa varietà di cibi freschi, vini e formaggi (…). Persino un breve viaggio in Italia può creare una nuova visione e un nuovo apprezzamento del benessere. Cosa potete chiedere di più se non buona cucina, buon vino e gente meravigliosa?” [The Hindu (IN), 09/06/2008, Rajesh Radhakrishnan].

 Versione stampabile




Torna