Il film è la cronaca del ritorno di un intellettuale africano al suo paese d’origine durante il repressivo regime marxista di Haile Mariam Mengistu e della presa di coscienza della propria impotenza di fronte alla dissoluzione dei valori umani e sociali del suo popolo

Teza (Teza)

  Cultura e Spettacoli  

Etiopia, 1990. Anberber è tornato al suo villaggio senza una gamba e con la testa affollata dai fantasmi.

Lasciata l´Etiopia imperiale del negus Haile Selassie e rientrato in quella socialista di Haile Mariam Menghistu, Anberber, superata l’adolescenza, va a studiare medicina nella Germania degli anni Settanta, interessata da una massiccia immigrazione africana e percorsa da tensioni e discriminazioni razziali. Il suo sogno è di diventare medico, ritrovare l´abbraccio materno e prendersi cura del suo popolo, afflitto dalle carestie e vessato da secoli di regimi dispotici. Rimpatriato e presa coscienza del disordine politico e sociale in cui versa il suo paese, scampa a un linciaggio e cerca conforto nel suo villaggio natale, dove imperversano le bande paramilitari che rastrellano l zona in cerca di uomini, spesso anche bambini, da assoldare per proseguire la lotta. Dentro il capanno e davanti al fuoco scopre la propria impotenza di fronte alla dissoluzione dei valori umani. Nel focolare domestico brucia il suo passato e divampa il desiderio di costruire il presente.

Dopo aver raccontato la resistenza etiopica degli anni Trenta all´esercito dell´Italia mussoliniana nel film Adwa, il regista etiope Haile Gerima ricostruisce e rilegge la storia del suo Paese all´indomani del golpe militare che destituì l´imperatore Haile Selassie e promosse il regime marxista di Haile Mariam Menghistu.

Gerima sviluppa il racconto su tre piani temporali: presente, passato e sogno che intervengono l´uno sull´altro fino a ricomporre la storia di un uomo dentro la Storia del suo Paese.

Il racconto orale dell´emigrato di Aaron Arefe assume su di sé i conflitti e le convulsioni della storia. Alle fughe dell´immaginario, nel realismo magico e in quello onirico, Gerima affida il compito di rappresentare la lacerazione interiore del protagonista, che non crede più alla possibilità di cambiare qualcosa. Anberber prende atto dell´unico risultato tangibile avvenuto nel suo Paese: il passaggio dei poteri dall´élite bianca all´élite nera e l´incremento consistente della violenza e della corruzione..

Teza, attraverso il racconto orale, i canti popolari e l´iconografia stilizzata, descrive l´educazione intellettuale di un uomo sospesa fra due continenti, Africa ed Europa, fra il miraggio dell´occidente e il difficile ritorno al paese di origine. Teza è un altro frammento di memoria restituito dal regista etiope, intimamente coinvolto nella realtà politica e sociale del suo Paese: pone, in primo piano, l´instabilità politica dell´Etiopia (prima, durante e dopo l´indipendenza), non trascura i problemi causati dalle amministrazioni autoctone e ci rappresenta l´impatto distruttivo prodotto dalla cultura cristiana-occidentale e dal pensiero marxista su quella tradizionale.

Il film, prodotto da Negod-gwad Production e Pandora Film e distribuito da Ripley´s film, ha vinto il Premio della Giuria e l’Osella per la sceneggiatura, alla sessantacinquesima edizione del Festival di Venezia del 2008, il Premio Osella per la migliore sceneggiatura.

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