Una gita fuori porta di mezza giornata è sufficiente ad un milanese per ritemprarsi in una località che offre una gamma d’interessi per tutta la famiglia: dai nonni ai nipotini.

Terra banina: una gita fuori porta tra storia, vigneti, terme e cavalli

  In viaggio tra gusto e cultura  

Si può trascorrere una mezza giornata di pieno relax sull’unico rilievo sito in piena pianura Padana e risalente a formazioni geologiche di età terziaria e quaternaria: una serie di collinette di circa 7 Km di lunghezza, 2 di larghezza e 70 metri di altezza.

La “terra banina” appunto, con il centro di San Colombano al Lambro.

San Colombano al Lambro rappresenta la parte più meridionale della Provincia di Milano, si colloca in zona collinare al centro di un triangolo che ha come vertici le città di Pavia, Lodi e Piacenza. Le origini di questo borgo si perdono nelle nebbie della protostoria e possono ricondursi all’arrivo di stirpi primitive stanziatesi nelle pianure paludose ai lati del Po. Celti e Romani si avvicendarono su queste terre. La battaglia del Ticino, ricordata negli annali della strategia militare per le astuzie usate dai belligeranti, vide, nel 217 a.c., la sconfitta dei Romani ad opera dei Cartaginesi di Annibale arrivati ai piedi dei colli banini, sul versante Sud Ovest.

La località è menzionata con il suo castello nel testamento di Ariberto d’Intimiano, arcivescovo di Milano, redatto nell’anno 1034, che rappresenta l’atto più antico sul quale è citato il toponimo di San Colombano.

Questo era il nome di un monaco irlandese con il carisma del combattente, armato di spada e vangelo. Partito già anziano dalla sua terra d’origine attorno al 590, si recò in Gallia ove fondò una serie di monasteri; entrato in conflitto con la corte, si allontanò dalla Gallia ed iniziò un’opera di evangelizzazione itinerante tra le popolazioni pagane celtiche e germaniche. Passato in Alsazia e Svizzera, giunse in Italia verso il 612 e passò per queste terre diretto alla corte longobarda di Pavia. Vuole la tradizione che questo monaco convertisse gli abitanti dei colli al Cristianesimo ed insegnasse loro la coltura della vite, che ancora oggi conserva la priorità assoluta sui 12 Kmq dei dossi banini.

Nel 1158 comparve all’orizzonte del borgo l’astro di Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che ne distrusse fortezza e abitato. L’Imperatore, riconoscendo la felice posizione strategica del castello abbarbicato al colle, dominante sia la valle del Po che quella del Lambro, lo riedificò e con esso gettò le basi del “burgum” adottando il classico taglio urbanistico romano, tuttora riconoscibile, legato al cardo (direttrice nord-sud) ed al decumano (est-ovest).

Nel 1353 Francesco Petrarca, gradito ospite di Giovanni Visconti nel maniero banino, ebbe modo di elogiarne le bellezze in una lettera scritta all’amico Guido Albornoz, arcidiacono di Genova:

“… gradita solitudine, amico silenzio…

Io non conosco altro luogo,

che in positura si poco elevata,

si vegga intorno

si vasto prospetto di nobilissime terre …”

San Colombano al Lambro all’inizio del ventesimo secolo ha dato i natali a Don Carlo Gnocchi, un santo che ha dedicato tutta la sua esistenza ai sofferenti.

Mettendo a frutto gli insegnamenti del monaco irlandese:

- dal 1984 la collina è zona a denominazione d’origine (D.O.C.) per la produzione del “San Colombano” un vino rosso prodotto con: Croatina, Barbera e Uva rara; possono concorrere fino ad un massimo del 15 % altre uve rosse raccomandate, fra queste il Merlot e il Cabernet Sauvignon.

- dal 1995 è anche zona a Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.): “Colline del Milanese”. Con questa dicitura sono prodotti: il tipico Verdea, il Riesling, il Malvasia, lo Chardonnay, il Pinot Nero, il Barbera, il Croatina, l’Uva Rara, il Cabernet Sauvignon; vini fermi, frizzanti e anche spumanti.

Per verificare sul posto la bontà dei vini locali, si può visitare l’Azienda Agricola ecologica e naturale “Gruppo Vignaioli” (tel. 0371.898733) dove la gentilissima signora Eleonora sarà ben felice di illustrarvi le caratteristiche dei loro vini e vi offrirà assaggi dei loro prodotti. E’ questa un’azienda nata alla fine degli anni settanta grazie ad alcuni coltivatori che hanno riattivato i terreni collinari reimpiantando nuovi vigneti sulla base della vecchia tradizione “banina”.

Lasciato il paese, si è subito immersi in ubertosi vigneti cosparsi di alberi da frutto: ciliegi, fichi, peschi, albicocchi e peri, in un paesaggio di dossi armoniosi che si rincorrono con colori che cambiano tonalità da stagione a stagione.

I frutti di questi colli si possono acquistare presso il podere “Villa Maria” (tel. 0371.89075), che con 700 alberi da frutto può soddisfare ogni esigenza, anche le introvabili amarene! E si tratta di frutta particolarmente saporita, perché è colta dall’albero già matura.

Le colline sono percorse da stradine e sentieri che ancora presentano i solchi paralleli lasciati dai carretti; viottoli che si intersecano per raggiungere i vari poderi, i quali sono un tutt’uno nel contesto panoramico: sarebbe il caso di affermare che qui è ancora possibile farsi un pieno di verde. Dall’alto di queste colline si gode un panorama che spazia a sud verso l’Oltrepò e i contrafforti appenninici liguri, a nord si domina la pianura lombarda dal Lodigiano al Milanese.

Queste stradine sono l’ideale per passeggiate a piedi, in mountain bike e soprattutto a cavallo: è infatti molto facile incontrare gruppi di cavalieri che attraversano le colline con i loro destrieri.

E’ questa un’altra caratteristica di questa terra: la passione per i cavalli. Infatti nelle verdi colline banine, tra boschi e vigneti, nella pace e tranquillità della campagna lodigiana, dove ci si può riconciliare con i tempi ed i suoni della natura, è bello vedere quanta energia vitale vi può essere in uno sport all’aria aperta e nel contatto con un altro essere vivente!

Per rendersene conto si può visitare il Centro Ippico Visola: centro gestito da Enrico Raggi, un vero appassionato di cavalli. Il centro ha al suo interno un allevamento con fattrici selezionate, dove si pratica la doma dolce e l’addestramento dei puledri. E’ bello vedere puledri scorazzare liberi nei paddock accanto alle loro madri! Ovviamente Enrico Raggi, oltre ad allevare ed addestrare puledri, addestra anche i cavalieri: infatti nel centro si tengono corsi di monta inglese (tel. 335.5469429).

I corsi iniziano con esercizi finalizzati ad apprendere le tecniche per guidare e gestire il cavallo alle diverse andature, assolutamente necessari per poter affrontare le passeggiate tra i colli banini.

Ultimamente la signora Cristina, moglie del proprietario, ha messo in pista una nuova attività che sta avendo un notevole successo con i bambini: la mini scuola di equitazione con i pony, i cosiddetti “Pony Games” (tel. 339.2103217).

Alle domande che fanno i bambini si può rispondere così:

“Perché Games?” “Perché potrai fare sport giocando. Ci sono tanti giochi che ti permetteranno di divertirti e diventare un vero cavaliere”.

“Perché Pony?” “Perché il pony è piccolo e non fa paura. E’ un compagno a quattro zampe che può diventare il tuo miglior amico; imparerai a conoscerlo e capirlo ed anche lui farà così. Al pony piace molto essere coccolato e curato. Potrai pulirlo, dargli da mangiare e soprattutto addestrarlo. In cambio ti farà divertire un mondo!”.

Dopo aver visitato San Colombano, aver fatto una passeggiata sui colli, aver assaggiato vino e frutti locali, aver visto puledri scorazzare e bambini cimentarsi nei Pony Games, cosa c’è di meglio di un salto alle terme di Miradolo?

La “Terme di Miradolo” offre un patrimonio di cinque fonti di acqua minerale, molto simili fra loro come composizione chimica: si tratta di acque salsobromoiodiche – litio – magnesiache – sulfuree, molto indicate in otorinolaringoiatria, in reumatologia, in ginecologia e in terapie disintossicanti (fegato, reni, intestino).

Le più antiche notizie delle terme risalgono al secolo X. Il luogo era caratterizzato da fonti di acqua salina sfruttata per ricavare il sale che poi veniva utilizzato per la cottura del pane, per conservare carni, formaggi e pesci.

Oggi dotata di nuovissimi impianti e attrezzature all’avanguardia, la “Terme di Miradolo” è una Stazione termale interessante ed in grado di garantire la migliore affidabilità clinica e terapeutica.

Particolare da non trascurare: oltre ad attrezzature per attività sportive e per il tempo libero, si sta dotando di una vasca gigante per idromassaggi!

Gianfranco Danieli

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