Presentato alla Bit il masterplan di Carso 2014 +, con tre aree di intervento e un concorso internazionale di progettazione per la realizzazione di un museo all’aperto sul carso goriziano

Carso 2014 +: alla scoperta del paesaggio invisibile

  In viaggio tra gusto e cultura  

Nel corso della Borsa Internazionale del Turismo, a Milano, è stata presentata la seconda fase del progetto CARSO 2014 +, avviato nel 2008 dalla Provincia di Gorizia, curato dall’architetto paesaggista Andreas Kipar, promosso in stretta collaborazione con il Ministero della Difesa - Onorcaduti e in sinergia con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con i Comuni di Savogna d´Isonzo, Sagrado, Doberdò del Lago, Ronchi dei Legionari, Fogliano Redipuglia e Monfalcone.

I nuovi step del progetto riguardano innanzitutto le tre aree prioritarie di intervento individuate per tracciare una rete ideale sul territorio del Carso: l’area all’aperto del San Michele, la piattaforma belvedere sul lago di Doberdò e l’area panoramica sul Sacrario di Redipuglia. Tre punti focali che fungeranno da volano per l’auspicato processo di rinascita del Carso. Dal 2008 ad oggi il progetto è diventato presenza tangibile, su quello che era, e non è già più paesaggio invisibile. – ha spiegato l’architetto Andreas Kipar – Nei prossimi mesi gli interventi saranno sempre più incisivi sul territorio, in una costante e necessaria dialettica fra natura e cultura.

Il Carso come luogo di fusione fra gli elementi del paesaggio e quelli della memoria storica delle zone che furono teatro della Prima Guerra Mondiale – ha ribadito la vicepresidente della Provincia di Gorizia Roberta Demartin - con l’obiettivo di arrivare alla creazione di un vero e proprio museo a cielo aperto, dove gli elementi della storia - dalle trincee ai santuari - potranno integrarsi con l’ambiente naturale del Carso, attraverso una rete di percorsi che mettono in collegamento il territorio con il sistema urbano, e valorizzano così gli aspetti culturali, storici, ambientali, turistici ed economici del Carso goriziano. E in vista del centenario del 2014, che segna l’inizio europeo della Grande Guerra, la Provincia di Gorizia - ha spiegato ancora Roberta Demartin - proprio attraverso il progetto Carso 2014 + punta a diventare capofila di una rete europea di siti legati alla Prima Guerra Mondiale. Va ricordato che proprio con questo progetto, per la prima volta, il Ministero della Difesa - Onorcaduti ha concesso a un ente locale in Italia la possibilità gestire un sito di propria pertinenza, quello dell’area S. Michele, naturalmente vincolando l’intervento al rispetto della sacralità del luogo.

Nei prossimi mesi sarà completato anche anche il Concorso internazionale di progettazione per la realizzazione di un museo all’aperto sul carso goriziano, che sarà legato alle tre aree del San Michele, di Doberdò del lago e del Sacrario di Redipuglia. Il concorso, che si articolerà in una prima fase di preselezione e quindi in una fase operativa dal mese di maggio, si presenta come occasione unica per la riqualificazione del territorio, la valorizzazione delle risorse esistenti, la promozione di un turismo culturale consapevole delle vicende storiche e delle risorse ambientali-paesaggistiche del Carso, con la promozione di nuove occasioni di sviluppo economico. Il 30 aprile, nel cros dell’workshop, coordinato dalla Provincia di Gorizia e curato dal progettista Andreas Kipar, i dieci gruppi preselezionati nell’ambito del concorso avranno la possibilità di prendere contatto con la realtà del Carso per enucleare proposte mirate sui tre comprensori individuati. Il bando può essere consultato sul sito www.carso2014.it.

Già per la primavera 2010 CARSO 2014 +propone un’offerta turistica decisamente appetitosa per chi ama la natura, l’immediatezza di un’escursione all’aria aperta e la spontaneità del paesaggio, ma al tempo stesso per gli appassionati della storia, per chi vuole scoprire la memoria di un territorio che racchiude, nel suo profondo, testimonianze forti e preziose dell’umanità e del nostro tempo. Sono nove i percorsi turistici sul Carso isontino che si aprono, nelle prossime settimane, ai viaggiatori e ai turisti: nove itinerari individuati per viaggiare fra i colori e i sapori della storia, per una full immersion nella natura ma anche per assaporare i piaceri della buona tavola. 

I percorsi individuati ruotano intorno al sito del Sacrario monumentale di Redipuglia, alla Trincea delle frasche, all’Area Cotici, all’Area Brestovec, all’Area Cosich, all’Area fortificata Nad Logem, al sito Castellazzo – Doberdò del lago, al sito Dolina dei Bersaglieri e al sito Monte San Michele.

Sito n. 1 - Sacrario monumentale di Redipuglia – E’ il sito storico più noto della zona ed il sacrario monumentale più grande d’Italia, cimitero memoriale che raccoglie le spoglie di 100.000 soldati, che hanno combattuto nella zona durante la Prima guerra mondiale. L’opera è stata costruita dall’arch. Greppi e dallo scultore Castiglioni e presenta alla base la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, Comandante della 3a Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali. Segue la maestosa scalinata, formata da 22 gradoni su cui sono allineate le tombe dei caduti, che termina con la cappella votiva ed il mausoleo dove sono esposti reperti dei militari caduti. Di fronte, sul Colle Sant’Elia, si trova il Parco della Rimembranza, primo cimitero della Terza Armata , dove si cammina fra cipressi e i cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario e si può vedere anche un frammento di colonna romana, proveniente dalla vicina Aquileia, a ricordo dei caduti di tutte le guerre, «senza distinzione di tempi e di fortune».

Sito n. 2 - Trincea delle frasche - Situata fra Sagrado e San Martino del Carso la Trincea delle Frasche rappresenta una testimonianza di rilievo della Prima guerra mondiale. Punto nevralgico di battaglia, fu spesso oggetto di attacchi assieme alla vicina trincea dei razzi e, da baluardo austroungarico, divenne caposaldo italiano grazie alla presa della Brigata Sassari, anche se in precedenza un grande contributo all’espugnazione venne dato dalla Brigata Siena e da Filippo Corridoni, che li perse la vita. Ancora visibile è il camminamento sotterraneo, creato dagli austriaci e consolidato ed allargato dagli italiani, che la collega alla dolina limitrofa.

Sito n. 3 - Area Cotici - Le alture di Cotici, che sovrastano il Vallone (strada che da Gorizia porta a Monfalcone a ridosso del confine sloveno) e la Piana di Gorizia, hanno rappresentato, durante la Grande guerra, un baluardo tattico per le artiglierie italiane a supporto delle fanterie impegnate alla conquista del Carso di Comeno a difesa della città di Gorizia e delle alture immediatamente retrostanti la città. La cannoniera ivi ubicata è testimonianza attuale di tale realtà.   Fu costruita nel periodo ottobre 1916- aprile 1917, ed è la meno nota del Carso. La costruzione ha un’unica galleria divisa in due segmenti dove trovavano posto 6 cannoni (3 per parte). Vi sono ulteriri tre gallerie, due delle quali parallele e convergenti verso i due segmenti della galleria, nella parte opposta alle bocche dei cannoni .

Sito n. 4 - Area Brestovec - Posta sul balcone roccioso, estrema propaggine orientale del San Michele, la cannoniera del Brestovec offre alla vista l’intero Carso di Comeno. Lì trovarono posto 8 postazioni. A differenza di quelle del S. Michele queste sono situate in un’unica galleria suddivisa in 4 segmenti differentemente orientati. Ai lati corrono altre gallerie, zone di deposito munizioni, posti di comando e di ricovero degli inservienti. Presumibilmente tali cannoniere non vennero mai utilizzate, ma una loro visita permette di vivere le strategie militari del tempo. Lungo il percorso che porta alla cannoniera sono visibili resti di sistemi trincerati italiani, realizzati nel periodo 1916-1917 a difesa della zona del Vallone.

Sito n. 5 - Area Cosich - Fino alla sua conquista il Cosich era considerato il pilastro angolare del fronte meridionale e cerniera di collegamento tra l’altopiano di Doberdò e il Carso di Monfalcone: diviso in un caposaldo fortificato sbarrato da 2 fortificazioni. In entrambe, l’artiglieria da campagna era sistemata in modo tale da poter incrociare il fuoco. In particolare l’artiglieria situata sull’altura fortificazione B prendeva d’infilata le posizioni tra quota 61 e 87. L’attività bellica degli italiani almeno per le primissime fasi della battaglia, si esplicò soprattutto attraverso il bombardamento e il Cosich rimase in mani austriache fino alla conquista italiana del S. Michele.

Sito n. 6 - Area fortificata Nad Logem - Nel 1916 fu un’area strategica per l’esercito austroungarico fino alla conquista italiana di Gorizia. Situata sul confine con la vicina Slovenia, la fortificazione è ubicata nel primo spalto del Carso di Comeno. Vista la relativa lontananza dal fronte centrale sia nel 1915 che subito dopo la sua conquista nel 1916, il sito presenta ancora oggi resti di costruzioni in muratura e ,ancora molto ben conservata, una monumentale scalinata. Dalla caverna posta sul lato destro della scalinata, si intravede la strada che portava al complesso e che si raccordava alla strada percorsa per raggiungere il sito.

Sito n. 7 - Castellazzo – Doberdò del lago - l castellieri sono antichi insediamenti preistorici difensivi, lontani dal mare, posti su alture, a protezione degli assalti : sono dei veri e propri rifugi fortificati. Quello di Castellazzo è il più alto dei sei castellieri isontini. Costruito in pietra, è di forma circolare e , in epoca romana dal 3° al 2° secolo a.c, fungeva da torre difensiva della linea Emona Aquileia. Abbandonato dopo le scorrerie di Attila (452 d.c.) divenne dimora di pastori. A causa della scarsezza d’acqua che non garantiva la sopravvivenza, venne definitivamente abbandonato nel VII sec d.c.

Sito n. 8 - Dolina dei Bersaglieri - Situata nei pressi del monte sei Busi fra le cittadine di Redipuglia e Ronchi dei Legionari, è un sito storico secondario, ma non per questo meno importante per il fronte italiano durante la prima guerra mondiale. E’ testimonianza della guerra, ma anche ospedale da campo e luogo di riposo eterno, testimoniato dal ritrovo di una grande effige di Cristo incastonata in una croce. La "Dolina dei Bersaglieri" è stata così chiamata per essere stata occupata dal 15° Regg. Bersaglieri nel giugno del 1916, che hanno lasciato la loro effige ed alcuni nomi sulle pareti della struttura.

Sito n. 9 - Monte San Michele - Il monte più alto del Carso goriziano venne conquistato nell’agosto del 1916 dopo numerosi attacchi da parte del contingente italiano. Ai piedi della balconata, dalla quale i soldati austro-ungarici dominavano la valle dell´lsonzo e tenevano sotto controllo la città di Gorizia, si trova la trincea di prima linea italiana sulla quale i reparti austro-ungarici liberarono i gas all´ alba del giugno 1916. Delle cannoniere del Carso quella del S. Michele è oggi la più conosciuta e nota turisticamente. Essa è posizionata sotto la cima 3 del S. Michele, con l’ingresso vicino al museo storico, che ricorda le prime battaglie della Grande Guerra. E’ composta da tre rami intercomunicanti, ciascuno con proprio ingresso. Il più lungo ha 6 cannoniere, il secondo ne ha 2 ed il terzo serviva probabilmente da deposito materiali e munizioni e da rifugio per i soldati. Fra le tappe d’obbligo per scoprire le memorie storiche della Grande Guerra spicca senz’altro il sito di Castelnuovo (Sagrado - GO): un vero patrimonio artistico, storico e culturale, valorizzato grazie al lavoro dell´Associazione Amici di Castelnuovo che opera per conservare e promuovere lo storico insediamento sul Carso di Sagrado. Da alcuni anni l´associazione si sta dedicando al recupero delle memorie storiche legate alla Grande Guerra con l´apertura al pubblico di trincee e camminamenti, con la ristrutturazione dei graffiti lasciati dai soldati nel salone della Villa e con la realizzazione di un parco letterario dedicato al poeta Giuseppe Ungaretti che proprio sui campi di battaglia ebbe l´ispirazione che lo portarono a comporre le poesie de Il porto sepolto. Info: www.amicidicastelnuovo.it.

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