Il film é vincitore al Festival di Berlino del 2009 del premio come Miglior Sceneggiatura

Oltre le regole (The Messenger)

  Cultura e Spettacoli  

Il film, profondamente commovente, illustra i modi complessi ed inattesi con i quali le persone riescono a darsi forza reciprocamente.

Il sergente Will Montgomery (Ben Foster) è reduce dal conflitto in Iraq, dove per molto tempo è stato costretto in un letto d´ospedale. E’ tornato in patria da eroi, con le sue brave ferite fisiche e le ovvie lacerazioni dell’anima per cui ben presto si rende conto che niente può più essere come prima, neanche il rapporto con la fidanzata.

Dovendo ancora completare il servizio militare, Will viene mandato, fino al congedo, all´ufficio notifiche, che ha il compito di comunicare i decessi dei soldati alle loro famiglie. Ma … osservare il dolore straziante, la rabbia, la rassegnazione di padri, madri, mogli e bambini lo rende di nuovo vulnerabile, mette a nudo tutte le ferite, anche quelle invisibili, e lo costringe a fare i conti con sé stesso e con la sua identità. Will, scampato alla morte in battaglia, si sente, nei confronti delle persone cui annuncia le notizie, colpevole per essere sopravvissuto.

All’ufficio notifiche Will è aiutato dal ben più navigato ed esteriormente glaciale Capitano Tony Stone (Woody Harrelson), che, mettendosi al riparo dal mondo e dalle emozioni, rifiuta di mettersi a nudo, si fa scudo con le regole comportamentali ed insegue il sogno di mantenersi integro e roccioso.

Tra i due uomini si forma uno strano legame, per cui diventano ben più di semplici partner lavorativi, due veri amici, similari e perfettamente complementari tra di loro.

Il rapporto viene messo in discussione quando Will è attratto da una giovane vedova (Samantha Morton), dando vita ad un dubbio etico che si risolverà in maniera toccante e sorprendente …

Il rapporto umano instaurato fra i due farà crollare il glaciale Tony, che si sfogherà con copiose lacrime.

L’evento chiave della pellicola è questo raconto di Will: C’era un silenzio irreale. Il sole, come sempre a picco sulle nostre teste. Un caldo inverosimile attanagliava le nostre gole rendendole come dune del deserto. Le meningi, protette dal casco mimetico, non facevano altro che trasudar sudore, un fiume in piena, senza freni. Il cuore batteva. Lo si sentiva anche se si faceva di tutto per spingerlo sempre più giù, evitando di far affiorare gli istintivi sentimenti umani di Paura e di Conservazione di sé. Eravamo appostati, pronti a sputar fuoco come madri fameliche che farebbero di tutto per salvare i propri piccoli. Eravamo uniti, un bel gruppo affiatato ed io, mi prendevo cura dei miei “familiari”. Avrei dato la vita per salvarli tutti. Il fuoco nemico arrivò all’improvviso a turbare quella quiete fuori dal comune. Ci muovemmo con agilità e lucida precisione, mettendoci al sicuro. Uno solo, il più giovane di noi era rimasto indietro. Senza pensare, corsi verso di lui, lo trascinai a forza, come un peso morto, verso la carcassa di un’auto, unico riparo possibile. Lo spinsi, lo smossi, cercai di attirare la sua attenzione ma lui, imperturbabile, continuava ad aprire e chiudere le mani urlando che non le sentiva più. Io gliele guardai attentamente cercando di capire cosa fosse accaduto. Non c’erano macchie, non c’era un graffio, nulla che potesse far pensare ad una ferita o lesione. Provai in tutte le maniere a farlo ragionare, a tranquillizzarlo, ma erano tutte parole in vano. Continuava ad agitarsi, mettendosi in pericolo, sotto tiro. E allora feci l’errore più grosso, seppur in maniera inconsapevole: lo trascinai a forza, rannicchiandolo sotto la macchina. E fu la fine. Il suo corpo esplose in mille pezzi che mi arrivarono addosso come schioppettate. Lo avevo consegnato ad una mina anti-uomo che lo uccise sbattendomi sul volto tutta la mia inettitudine e le mie colpe. Per causa mia era morto un uomo, un giovane appena ventenne che si fidava di me, era un mio “familiare” e lo avevo in qualche modo tradito.

Il film è ben scritto, il contenuto è molto emozionante, ma è abilmente calibrato con umorismo e compassione.

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