Il film è uscito nei cinema il 21 maggio

La bella società: un film scritto e diretto da Gian Paolo Cugno

  Cultura e Spettacoli  

Giorgio (Marco Bocci) e Giuseppe (David Coco) sono due fratelli adolescenti che crescono senza padre nella Sicilia degli anni Sessanta. Devoti a Maria (Mariagrazia Cucinotta), la giovane madre, e gelosi della sua bellezza, ostacolano la sua relazione con Romolo (Raoul Bova), un aitante produttore, venuto in Sicilia dalla capitale per girare un film, deciso a corteggiarla e a condurla lontano dalla campagna siciliana.

Giocando con la polvere da sparo uccidono accidentalmente l´intraprendente spasimante, occultando il suo corpo e tacendo per sempre la sua morte. Nello stesso incidente perde la vista Giorgio e il sorriso Giuseppe.

Diversi anni dopo, negli anni ottanta, sostenuti da Antonio Guarrasi (Giancarlo Giannini), il benevolo farmacista del paese, innamorato mai rivelato della madre, decidono di partire alla volta di Torino per ritrovare la vista, il futuro e Nello (Enrico Lo Verso), amico dei due fratelli e figlio del farmacista. Nella città piemontese conoscono Caterina, la segretaria del dirigente della Fiat ucciso dalle brigate rosse, che porteranno a vivere con loro in Sicilia.

Tra gli interpreti anche una coppia storica del cinema, Antonella Lualdi e Franco Interlenghi, i genitori di Romolo giunti nell´isola alla ricerca del figlio misteriosamente scomparso.

La trama è ricca di intrecci che si sviluppano in un arco di tempo che va dagli anni ´60 agli anni ´80, raccontando la Sicilia dell´entroterra, ricca di colori caldi e accesi, di paesaggi collinari, di distese infinite di grano, testimoni di una terra non contaminata dalla modernità e intrisa di sapori sedimentati nel tempo.

Il racconto è stato girato, per la prima parte, interamente in Sicilia tra borghi, piazze, circoli, stradine di campagne, mentre, per la seconda parte, a Torino, sullo sfondo delle azioni delle Br e degli scioperi alla Fiat. Tra gli ingredienti del film, quindi, anche lotte sociali, conflitti familiari, scontri di classe, ed altro ancora che Cugno cerca di presentare in maniera inedita.

Purtroppo ci sembra che il film sia un gran minestrone in cui c’è un pò di tutto: losche imprese di malviventi locali, proteste di contadini che sfociano nel sangue per colpa di qualche tutore dell´ordine dal grilletto facile, storie d´amore minate dal carattere autoritario e tradizionalista del "tipico maschio siculo", segreti di famiglia, cinematografari romani in trasferta verso sud.

GS

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