L’Indonesia è una di quelle “tigri” asiatiche il cui prepotente affacciarsi sugli scenari economici mondiali, con tassi di crescita a doppia cifra, non cessa di sorprendere gli attori del mercato

Indonesia : progresso veloce

  In viaggio tra gusto e cultura  

A conclusione del 2010, un altro anno caratterizzato da grandi risultati, Sua Eccellenza l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Indonesia, Mohamad Oemar, ha voluto presentare alla stampa una sintesi di questi risultati. All’incontro ha preso parte anche l’On. Aldo Di Biagio, Presidente dell’Associazione di amicizia e cooperazione Italia - Indonesia costituita nell’ambito di ISIAMED http://isiamed.org/, l’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo.

Come noto, l’Indonesia è un vastissimo arcipelago che si stende tra la penisola indocinese e l’Australia, con oltre 17.500 isole e una estensione est-ovest di oltre 5.000 Km, maggiore dell’intera Europa. La popolazione di oltre 230 milioni di persone ne fa la quarta nazione più popolosa al mondo. Antica colonia olandese, dopo l’indipendenza acquisita al termine della seconda guerra mondiale l’Indonesia ha vissuto un periodo di assestamento nel quale governi civili si sono alternati a regimi militari.

Finalmente nel 1998 il paese ha raggiunto una propria stabilità, con la piena adozione del metodo democratico, con forze armate concentrate nel ruolo istituzionale di difesa della nazione e non più tentate da avventure golpiste, e con il consolidamento del modello economico competitivo basato sul business.

In un primo tempo ovviamente il mondo capitalistico ha visto nell’Indonesia soprattutto un ampio mercato di forza lavoro capace ed economica, con una offerta di lavoratori che cresce di oltre 2 milioni di individui ogni anno, con il 50 % della popolazione al di sotto dei 29 anni e abbastanza scolarizzata. Ben presto però l’accresciuto benessere della classe media e lo sviluppo di capacità imprenditoriali locali ha dato origine a forme di cooperazione economica con gli investitori stranieri, più che di semplice delocalizzazione delle produzioni.

L’Indonesia, unico paese del Sud-Est Asiatico a far parte del G20, è classificata al 44° posto del Global Competitiveness Index redatto dal World Economic Forum www3.weforum.org/docs/WEF_GlobalCompetitivenessReport_2010-11.pdf, laddove per dare un’idea l’Italia è solo al 48° posto, e tre dei famosi paesi emergenti “BRIC” (India, Brasile e Russia) sono ancora più indietro. Gli investimenti diretti stranieri tra gennaio e settembre 2010 sono ammontati a 6.770 milioni di dollari, più del triplo del valore raggiunto in tutto il 2009.

Numerosi sono i fattori che attirano gli investitori stranieri : la qualità delle infrastrutture disponibili, il livello di salute e di istruzione dei lavoratori, la protezione della proprietà intellettuale, la posizione geografica. Leggi apposite tutelano gli investimenti, garantendo un trattamento uguale per tutti e la libertà di rimpatriare investimenti e profitti; non è richiesto nessun capitale minimo per avviare il business, ed esiste una garanzia legale contro la possibilità che l’impresa privata venga nazionalizzata.

Anche per quanto riguarda l’utilizzo del territorio la legislazione indonesiana è estremamente attrattiva per gli investitori : è possibile acquisire un diritto di coltivazione valido per 95 anni, un diritto di costruzione valido per 80 o per 70 per altri diritti di uso della terra. Sono inoltre previsti incentivi fiscali quali la detrazione delle tasse sul reddito.

Ma non bisogna pensare all’Indonesia solo come paese di grandi risorse naturali e come serbatoio di mano d’opera qualificata : anche l’industria trasportistica locale sta vivendo una forte espansione, con la produzione sia di modelli di importazione (ad esempio automobili Toyota e Honda), sia di mezzi interamente disegnati in loco (navi, materiale ferroviario, aeromobili, ad esempio www.indonesian-aerospace.com/).

L’Indonesia, ha concluso l’ambasciatore Oemar, intende continuare il suo percorso come una stabile democrazia multi-etnica verso un’economia competitiva e avanzata, sviluppando il proprio ruolo di potenza regionale a respiro globale, come costruttrice di ponti e di consenso. In vista di questa evoluzione, l’ambasciatore ha auspicato che Italia e Indonesia traducano la loro amicizia di lungo corso in una più ampia e concreta cooperazione economica, commerciale e di investimenti. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito istituzionale www.embassyofindonesia.it o scrivere a fungsi.psb@indonesianembassy.it.

Ugo Dell'Arciprete

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