Palazzo Reale dedica a Gabriella Crespi una grande mostra antologica, Il Segno e lo Spirito, visitabile fino al 16 ottobre 2011

Un omaggio alla vita artistica di Gabriella Crespi

  Cultura e Spettacoli  

Parte da Milano, città d’origine e fulcro dell’intera vicenda creativa, l’omaggio alla vita artistica di Gabriella Crespi. Artista, designer, scultrice, ma anche musa ispiratrice per i maggiori fashion designer internazionali e ambasciatrice dell’italian style nel mondo, Gabriella Crespi è una figura intensamente carismatica che in due decenni di attività, negli anni Sessanta e Settanta, ha attraversato innumerevoli discipline creative, lasciando un indelebile segno nella formazione del gusto del nostro tempo.

Promossa dal Comune di Milano, dal 24 settembre al 16 ottobre 2011, Palazzo Reale dedica a Gabriella Crespi la grande mostra antologica Il Segno e lo Spirito, curata da Elisabetta Crespi, figlia e stretta collaboratrice dell’artista-designer, e da Cesare Cunaccia. L’esposizione, è stata ideata e organizzata da Ottavia Landi di Chiavenna, con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana ed è stata realizzata grazie al contributo dello sponsor unico Gruppo MEDIOLANUM Farmaceutici S.p.A. La mostra è aperta gratuitamente al pubblico.

Gabriella Crespi oggi è più che mai “nell’aria”: celebrata da numerose pubblicazioni, dalle aste, dalle più sofisticate gallerie internazionali e da un collezionismo raffinato. Questa mostra vuole essere il giusto riconoscimento a una protagonista della creatività italiana, ma propone anche un viaggio attraverso i linguaggi della contemporaneità, con uno sguardo emozionale, ironico e poetico: la mostra si svolge come un racconto coerente che percorre tutti gli ambiti verso cui si è indirizzata la creatività di Gabriella Crespi.

Per la maggior parte opere d’arte uniche: dai mobili agli oggetti, dall’illuminotecnica alle sculture, sino ai gioielli. Tutto rigorosamente firmato e numerato, con innumerevoli brevetti depositati in Italia e all’estero, e gelosamente custodito tuttora nelle case di appassionati collezionisti di tutto il mondo, che in occasione di questa mostra hanno deciso di mostrarli al pubblico.

Il fil rouge che lega le diverse produzioni di Gabriella Crespi è un segno assolutamente personale, basato sulla natura dialogica tra apparenti contrasti, come in un gioco di specchi e rimandi tra filosofia utilitaristica dello spazio e purezza del senso estetico formale; tra spontaneità della natura e artificiosità del pensiero, tra materia e luce: una semplicità raggiunta solo grazie a una grande complessità interiore. Gabriella crea partendo da una propria visione, studiando, lavorando, chiedendo ai materiali che usa tutto il loro potenziale espressivo, spingendoli sino alle loro estreme possibilità, per rendere tangibile il pensiero e apportare quelle innovazioni che considera significative nel nostro tempo.

Vanni Scheiwiller: Nei mobili di Gabriella Crespi provi il piacere della materia naturale ma sempre preziosa …Mobili mobilissimi per diventare infine mobili plurimi. Mobili a sorpresa che come per un gioco magico si aprono, si chiudono, si cambiano, si trasformano: ‘Apriti Sesamo’.

Grazie a una concezione sempre originale, dall’uso di materiali come il legno, il metallo, le pietre e le lacche, alle forme articolate che rispondono alle esigenze di un design “contemporaneo”, alla sorprendente capacità di trasformare gli oggetti, con aperture, chiusure, mutamenti di funzione, Gabriella Crespi ha saputo conquistarsi in brevissimo tempo la scena internazionale. Il suo cammino di artista ispira in maniera incisiva la creatività delle ultime leve espressive, e … la sua arte di grande creatrice ha già fatto scuola.

Negli anni Cinquanta, dopo gli studi di architettura al Politecnico di Milano, avvia una produzione di oggetti, dapprima lampade e sculture, come le piccole “lune” d’acciaio, dove convergono e vengono ritrasformate le suggestioni stilistiche dell’epoca. Inizia un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, teso tra design e astrazione scultorea, in cui disegno-progetto-prodotto sono vissute da Gabriella come momenti di un procedimento unitario. All’inizio degli anni Settanta, Gabriella presenta la sua prima produzione di mobili, sintesi perfetta di molteplici riflessioni. Sono mobili pieni di “vita”, in opposizione al senso statico, liberi nello spazio e in continua metamorfosi. La celebre serie dei “Plurimi” - il cui nome è un omaggio all’artista Emilio Vedova – è costituita da volumetrie giocate sulle possibilità evolutive di una medesima forma, che mutano nello spazio, in perpetuo dialogo con l’ambiente e la luce. Nel 1987 Gabriella, al culmine del successo, si stabilisce in India, sulle pendici dell’Hymalaia, per seguire un percorso spirituale, scegliendo la guida di Sri Muniraj. Solo di recente è tornata in Italia, dopo una lunga interruzione volontaria della propria attività artistica. Un rientro che è come un secondo inizio, dopo oltre 20 anni di assenza. Nel 2008, dimostrando una vitalità e un’attualità concettuale fuori dal comune, accetta l’invito di Stella McCartney a studiare una riedizione limitata di cinque gioielli metamorfici in bronzo, pietre dure e semipreziose, cristalli, realizzati negli anni Settanta, da presentare a Parigi in occasione dell’apertura del nuovo flagshipstore della stilista britannica. Tutto il ricavato viene devoluto al Haidakhan Charitable & Research Hospital in India, ospedale specializzato in clinica oculistica, fondato dal suo Maestro spirituale Sri Muniraj.

Il progetto di allestimento delle quattro sale degli Arazzi di Palazzo Reale, che è stato curato dallo studio D.A.W., sotto la direzione artistica dell’Arch. Carlo Perosino, mira a valorizzare la produzione dell’artista con una scenografia leggera, aerea, quasi trasparente, che rende i pezzi esposti protagonisti assoluti. Le strutture espositive combinano il tondino in ferro delle armature, elemento che coniuga forza ed essenzialità, con speciali lastre in ceramica che diventano il palcoscenico raffinato e discreto in cui le opere hanno totale centralità.

La mostra si svolge attraverso aree tematiche che rendono ben leggibile il talento creativo di Gabriella e i percorsi personali, culturali e di vita a esso sottesi: Lune e Pietra, leitmotiv della particolare poetica di Gabriella Crespi, sculture che hanno dato inizio a un modo di intervento creativo nel design; Plurimi, la celeberrima serie di mobili ‘metamorfici’; India, il percorso spirituale di Gabriella attraverso sculture e fotografie; Gioielli e Gocce Oro, colature libere concepite tramite l’antico e prezioso procedimento della cera persa, calici, candelabri e lo straordinario servizio di posate, in un allestimento carico di suggestione; Rising Sun, quasi una poetica dell’abitare; opere Unicum, un excursus tra gli oggetti, incroci di forme e materia: sculture, tavoli, sedie, lampade, appliques; Animali, sculture in bronzo dall’approccio fiabesco che rivelano l’attenzione incessante di Gabriella per il mondo naturale. Vetrine, una piccola ma significativa sezione della mostra, vuole anche ricordare la stretta e lunga collaborazione con Paolo Paganini, vero maestro e geniale interprete dello still life, purtroppo prematuramente scomparso.

La mostra narra il legame di Gabriella con la moda: una liaison che assume forme e valenze particolari e multiformi. Già all’inizio della sua carriera, Gabriella Crespi ha stabilito un fervido rapporto creativo, soprattutto in tema di piccoli oggetti per la casa e la tavola, con Christian Dior, il primo stilista che – con estro e visionarietà sperimentali e in decisivo anticipo sui tempi - ha sviluppato una vera home collection firmata con il brand della Maison.

Moda per Gabriella Crespi ha significato anche la collaborazione creativa con grandi stilisti di ieri e di oggi, ma non solo: donna dallo stile e dalla bellezza epocali e inconfondibili, come testimoniano le splendide immagini fotografiche lungo il percorso espositivo, è stata una continua fonte di ispirazione e tra le icone glamour predilette dei maggiori creatori di moda italiani e stranieri. Valentino soprattutto, in quei favolosi ’60 e i ’70 che vedevano il definitivo affermarsi della parabola della moda del Made in Italy sulla scena mondiale.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, edito da Mondadori Electa. Il volume, in un percorso di testi e di immagini, segue le aree tematiche su cui si articola la mostra. Contiene i contributi di: Ambra Medda, Stella McCartney, Natalia Bianchi, Massimo Martignoni e Cesare Cunaccia. Con le prefazioni di Alessandro Del Bono e Cristina Del Bono Ferruzzi di MEDIOLANUM Farmaceutici S.p.A.; del presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli e di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia.

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