50 e 50 di Jonathan Levine

Adam Schwartz (Joseph Gordon-Levittè) un giovane 25enne che vive a Seattle, una città splendida in cui la natura la invade e rassicura, che conduce una vita tranquilla e felice, “non beve, non fuma e che oltretutto ricicla”, ha una bella fidanzata, Rachel, e lavora con il suoi migliore amico Kyle.

Come un fulmine a ciel sereno, ad Adam, che lamenta dei dolori alla schiena, viene diagnosticato un raro tipo di tumore maligno: considerata la sua età e il suo stile di vita, il ragazzo è spaurito, fatica ad accettare la verità, entra in uno stato di passiva accettazione della malattia - da cui non sembrano scuoterlo la sua ragazza, che lo tradisce, il suo migliore amico mattacchione, e la sua inesperta e volenterosa terapista, che tenta con lui un approccio umano … ma, alla fine, cede ai fatti e si rassegna a sottoporsi a chemioterapia. Passando attraverso la chemioterapia e tutte le altre fasi della cura Adam inizia a fare i conti con la realtà, a ripensare la sua vita in modo completamente nuovo, ad apprezzare le cose che dava per scontate. Il ragazzo comprende ciò che vuole più di tutto e quali sono le persone che davvero tengono a lui. Anche se circondato dalla famiglia e dagli amici, che ci sembrano ottuse e incapaci di affrontare la sua condizione, Adam trova compagnia e supporto in Katie (Anna Kendrick), una giovane studentessa che lo aiuta a superare il trauma psicologico ed accettare la sua condizione.

Bravi la Kendrick, Anjelica Huston, che interpreta il ruolo della madre apprensiva, Philip Baker Hall, compagno di chemioterapia. Sottolineiamo, però, in particolare, la prestazione di Seth Rogen, che interpreta l’amico di Adam, sempre occupato a parlare di sesso, a bere e fumare canne, ma che, alla fine, è forse il personaggio più interessante del film: è un pasticcione, ma è pieno di umanità e amore.

La storia è piena di sfumature, di umanità commovente ed è seriamente emozionante.

Il deve essere visto e merita di essere apprezzato.