Bill Viola: One of the things the camera taught me was to see the world, the same world that my eye sees, in its metaphoric, symbolic state. This condition is, in fact, always present, latent in the world around us.
Il
Le undici videoinstallazioni in mostra documentano la ricerca artistica di Bill Viola dalla metà degli anni Settanta al primo decennio del Duemila e sono state pensate e scelte dall’artista appositamente per Villa Panza, celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ‘50. I lavori di Viola dialogheranno, quindi, in una “affinità elettiva” con l’humus della collezione di Giuseppe Panza, in un progetto che trasformerà lo spazio espositivo delle Scuderie e di un’ala del primo piano della Villa in un percorso di spiritualità, un viaggio tra luce, colore e misticismo, un viaggio interiore alla ricerca del Sé.
Le installazioni, che hanno una durata che varia dai 6 ai 60 minuti, invitano lo spettatore a “fermarsi”, a lasciarsi andare a un tempo lento, a diventare contemporaneamente testimone e parte integrante delle opere.
Già dal titolo della mostra si deduce il tema centrale che accompagna lo spettatore e lo avvicina alla ricerca intrapresa dall’artista. Da una parte infatti emerge
La ricerca di Bill Viola come video artista si focalizza sulla creazione di installazioni e ambienti che occupano a volte intere stanze, combinando suoni, effetti acustici e proiezioni in spazi architettonici che coinvolgono lo spettatore da un punto di vista fisico, psicologico ed emotivo. Più di un’opera di Bill Viola fa riferimento a questo spazio intimo di esperienza nel quale raramente ci è consentito accedere, qualcosa che sembra ‘riposare’ nel fondo dell’anima e che dà un’impronta alla nostra vita. Ma è l’artista stesso a decidere la misura in cui il pubblico può accostarsi a questo spazio come per l’installazione “The Sleepers” del
Una delle caratteristiche degli esseri viventi – dice Bill Viola – è di possedere molti io, identità molteplici fatte di momenti contraddittori e capaci di trasformazioni all’istante. Questo per me è la cosa più eccitante del lavoro dell’artista. Mi ha insegnato che il vero materiale grezzo non sono la telecamera e il monitor, ma il tempo e l’esperienza stessa, e che il vero luogo in cui esiste l’opera non è la superficie dello schermo, ma la mente e il cuore della persona che
Bill Viola, genio lirico e poetico della video arte, è pioniere della tecnica filmica in formato videotape, che sperimenta a partire dal 1972 insieme ad altri due maestri come Bruce Nauman e Nam June Paik. L’artista usa il video per esplorare il fenomeno della percezione, inteso come cammino per giungere alla conoscenza della propria interiorità. L’essere umano non è solo il perno centrale delle sue riflessioni ma è anche fisicamente al centro dell’obiettivo della videocamera. I protagonisti di questi video sono attori professionisti che documentano la rappresentazione esteriore delle emozioni umane. L’interesse ontologico pervade l’intera videografia di Viola come appare in gran parte delle sue opere tra cui “The Innocents” (2008) e “Three Women”(2008) dove l’artista indaga il nulla, la condizione dalla quale veniamo e alla quale faremo ritorno.
Info: FAI – Villa e Collezione Panza - Piazza Litta 1, Varese - Tel. 0332.283960 - Ingresso alla Villa e alla Collezione Panza: 11 euro; 6 euro studenti fino a 26 anni; 6 euro aderenti FAI; euro 27 pacchetto famiglia (2 adulti + due bambini fino a 14 anni).
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