Ha esposto in foro Buonaparte 60

Milano, Fuorisalone 2014: Salamanca Design con Pure

  Arredo e Design  

Salamanca Design, lo studio, nato nel 1991, con sede a Bologna, costituito da un gruppo di professionisti specializzato nell’ambito del Design per lo sviluppo di prodotti e progetti dedicati alle imprese che vogliono rafforzare la loro presenza sul mercato grazie ad un approccio strategico con il design, ha proposto a Milano, durante il Fuorisalone 2014, presso la Galleria Laboexpo in Foro Buonaparte 60, la mostra-progetto PURE Design Factory, un mix di cibo, materiali e spazio, interpretato dal design di Lucy Salamanca, per valorizzare un’arte nata in un luogo e ricreare l’atmosfera che gli ha dato vita, come risultato del lavoro delle persone: siano agricoltori o artigiani del fare.

La mostra decontestualizza la materia e definisce alcuni territori percettivi che legano il cibo ai sensi per coinvolgere il visitatore all’interno di percorsi con diverse modalità soggettive di gustare lo spazio, il cibo, il design. Diversi materiali associati a un “cibo vero” di Alce Nero rivela lo stretto collegamento della biologia con le maestranze dell’artigiano, la cura dell’agricoltore per la terra e lo spirito dei luoghi.

Grazie alla guida della designer colombiana Lucy Salamanca, professionalmente cresciuta in Italia,  i giornalisti hanno potuto seguire il percorso di sperimentazione, partendo da quella che è stata definita la “ libreria emozionale” da cui scegliere e combinare insieme elementi “puri”: cibi biologici crudi, materie pure e design che si fondono insieme per far vivere al visitatore in maniera soggettiva il gusto e interagire con la purezza.

L’evento racconta una nuova struttura di filiera dove l’eterogeneità degli attori permette di trasformare la complessità in un nuovo modo di osservare e rallentare l’esperienza percettiva. La struttura multidimensionale accompagna il visitatore a percorrere a interagire a seconda del proprio linguaggio e tendenza a creare analogie tra memorie, luoghi, sapori intorno al fare degli artigiani e degli agricoltori: il legno associato al gusto del pomodoro emiliano, l’olio d’oliva alla pietra leccese, la pasta associata alla matericità del porfido trentino, il miele marchigiano al gres, il tessuto associato alle farine di grano pugliese. Le maestranze territoriali, rientrando nella sfera del fare, del creare, del produrre, sono alla base di ogni attività manuale e materiale dell'uomo, e molto spesso il prodotto di questa attività sconfina nel campo della cultura, del godimento spirituale, della percezione artistica. In un'epoca che tende ad uniformare i linguaggi espressivi, i modi di vivere, un ruolo importante possono avere le produzioni con accentuate identità nazionali e regionali, capaci di soddisfare esigenze di originalità. Anche nel campo del design, nel quale la serialità è caratteristica primaria, si tende a recuperare sempre più i valori tipici dell'artigianato, progettando pezzi a tiratura limitata, adoperando una materia preziosa, ricercando una sintesi tra la cultura del progetto, la creatività manuale e l'interpretazione creativa dell'artigiano che realizza un prototipo. Analogamente, elementi delle arti figurative entrano a far parte di mobili e arredi: il design si cimenta nuovamente con la creazione di arredi, oggetti e suppellettili che trasferiscono l'arte nel quotidiano, che danno all'opera d'arte concrete funzioni d'uso. Riscoprire quanto forte è il legame tra prodotti e luoghi e quanto questa mutua influenza, nel nostro caso frutto di una storia millenaria, rappresenti per noi un valore irrinunciabile. Punto focale dell’evento, quindi, è stato il design, rivisto nei concetti di serialità e riscoperta delle origini. Si tende, infatti, a recuperare sempre più i valori tipici dell’artigianato, con tirature limitate e materiali di qualità, anche per un solo prototipo.

Per i più piccoli, giovedì 10 aprile, dalle 16 alle 18, grazie al media partner Vogue Bambini, c’è stata una merenda/incontro, documentata sul web con #civuoleunfiore, con il gioco creativo di HAPE, sull’interazione cibo/sensazioni, alla presenza dell’entomologo Gianumberto Accenelli di Eugea con il progetto “Effetto Farfalla”, l’apicoltrice Laura e la merenda baby di Alce Nero.

Sabato 12 aprile, nell’area food, realizzata con la collaborazione del colore e delle materie Oikos, blogger e giornalisti, hanno assaggiato i prodotti del partner “Alce Nero” e commentato per iscritto con un mini racconto in 140 caratteri con l’hashtag #civuolegusto, associando una o più immagini, anche tratte dalla mostra e/o dal cibo, e sensazioni,

Non potevano certo mancare i prodotti Alce Nero in quanto gli agricoltori riuniti sotto questo brand garantiscono che le esperienze millenarie della terra sono riprodotte con maestria unica, ma ripetibile, a seconda della cultura e della terra.

L’azienda artigianale di Monolite Ipergres, che associa le qualità della propria materia a un prodotto delle api - il miele di Alce Nero – ha presentato una modalità gustativa legata alle proprietà di una materia pura come il gres, lavorato secondo tecniche che lo rendono originale, materico, colorabile, sottile, ma di durezza e incorruttibilità uniche, in una parola IperGres.Info: Salamancadesign & Co. S.r.l. - Via Laura Bassi Veratti 11/2D, 40137, Bologna - tel +39051355566 - www.salamancadesign.com - info@salamancadesign.com.

G Scotti

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