Progetto Teatro presenta Giuseppe Pambieri L’INFINITO GIACOMO, Vizi e virtù di Giacomo Leopardi, ritratto inedito del poeta attraverso le sue opere

Milano, Teatro Manzoni: Giuseppe Pambieri in L’INFINITO GIACOMO

  Cultura e Spettacoli  

Martedì 11 novembre 2014, ore 10,30 e ore 20,45, in un’unica ed eccezionale serata, al Teatro Manzoni di Milano, Giuseppe Pambieri veste i panni di Giacomo Leopardi in L’INFINITO GIACOMO. Il ritratto di un artista senza tempo, al di là di ogni regola, creatore di eterna bellezza.

Si scopre un Giacomo Leopardi inedito, un genio precocissimo, un adolescente inquieto, un amante appassionato, un uomo che ha il coraggio di guardare la realtà ed accettare la verità del dolore senza compromessi e facili giustificazioni. L’umanità irriverente del poeta e il suo spirito dissacrante sono al centro di questo viaggio attraverso le sue opere: l’Epistolario, lo Zibaldone, gli scritti filosofici e politici, le Operette Morali e i Canti.

L’imperfezione del genio, in tutta la sua irregolarità, conduce alla solitudine, a un pellegrinaggio estenuante nell’universo. Leopardi è un re senza regno, è Amleto che arriva oltre il limite del conoscibile, supera la coscienza affermando la vita nel suo groviglio inestricabile di bene e male; per il genio tutto è noia, è tedio incommensurabile. Il poeta di Recanati, con lucido disincanto, affonda a piene mani nella verità e ne trae la radice del dolore.

Leopardi, affettuosamente Giacomo, non appare distaccato e lontano dai piaceri terreni, non sembra affatto disinteressato a ciò a cui aspira la gente comune. Giacomo è vulnerabile, ansioso, riservato, schivo, ma pervaso da un desiderio inesauribile di vita. Giacomo è goloso, non può fare a meno di dolci, cioccolata, paste alla crema e gelati, ricordando, in questo, Mozart, altra creatura divina nella sua sregolatezza.

La biografia romanzata che esce dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone ci aiuta a costruire un ritratto singolare ed inedito del nostro poeta. - scrive Giuseppe Argirò - Leopardi, con grande sincerità, confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua, un fastidio che giungerà al parossismo e alla comicità, culminando nel rifiuto del bagno almeno settimanale. Non mancano gli spunti divertenti per riflettere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. Nelle sue stesse parole, il desiderio di una vita normale è incessante: il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso, lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. - prosegue Argirò - Leopardi non è tutto nella sua poesia. La sua ricerca affettiva attraversa i secoli e incontra una disperata umanità che per sopravvivere alla storia che avanza, non può che stringersi in una solidarietà reale che diventa l’unica possibilità di sopravvivenza, ancora oggi per tutti noi.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti.

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