Duecento capolavori, suddivisi in 6 sezioni, in mostra fino al 29 luglio al Palazzo della Ragione di Verona, riportato all´antica bellezza grazie all´intervento di recupero realizzato da Tobia Scarpa, un architetto di fama e un cognome di casa a Verona, attraverso l´opera di suo padre Carlo che a suo tempo ripristinò la vibrante bellezza di Castelvecchio

Titolo: Il Settimo Splendore - Sottotitolo: la modernità della malinconia

  Cultura e Spettacoli  

Le opere sono di Botticelli e di Giorgione, di Rosso Fiorentino e del Moretto, del Lotto e di Tiziano, di Tintoretto e di Carracci , di Caravaggio e del Guercino, di El Greco e del Fetti, di Canova e di Piranesi, di Böcklin e di de Chirico, di Modigliani e Carrà, e di molti altri ancora, Michelangelo compreso, presente in mostra con uno studio di testa per la Cappella Sistina in Vaticano, che contrassegna la malinconia profonda di un artista che nell´oscurità della materia trova il segreto miracolo della forma.

Lo sviluppo della mostra prosegue con gli artisti contemporanei.

La mostra si segnala come l´evento più importante ed impegnativo dell´anno non solo per il fatto di presentare al pubblico 200 straordinari capolavori che rimarranno esposti per 4 mesi, ma anche perché si tratta del risultato di un lungo lavoro scientifico di 4 anni condotto dal direttore di Palazzo Forti, Giorgio Cortenova, che dell´esposizione è l´ideatore e il curatore, attraverso lunghe ed accurate ricerche attorno ai temi che contrassegnano la modernità: primo fra tutti, appunto, quell´intreccio di amore ideale, di malinconia e di meditativa riflessione che caratterizza il cielo dantesco, il settimo cielo o, meglio ancora, "il settimo splendore" del paradiso dell´Alighieri.

L´articolato impianto storico e teorico costituisce il piatto forte a livello dialettico della straordinaria rassegna veronese, cui hanno aderito i maggiori musei italiani ed europei, da Budapest a Dresda, da Roma a Milano, da Parigi a Zurigo, da Firenze a Londra, con prestiti perfino stupefacenti in questi tempi così avari di collaborazione culturale.

La mostra ravvisa nei temi della riflessione malinconica i principi stessi della sensibilità moderna; e per certi versi polemicamente ne rivendica le origini italiane e mediterranee, sviluppatesi a partire dall´entourage fiorentino promosso da Lorenzo de´ Medici, dal "pellegrinaggio" di un Lorenzo Lotto, dall´appartata sensibilità psicologica di un Savoldo, dalla consapevolezza della "vanitas" che alimenta alcune delle più alte espressioni dell´arte seicentesca. Fino ai giorni nostri: attraverso una continuità che si propone nelle diverse sfaccettature della storia e della cultura, che riannoda i fili di un percorso ora incline alla bellezza come ideale di una suprema e sacra armonia, ora rivolto ai brividi e agli allarmi della psiche contemporanea.

A testimonianza della ricerca e delle tesi che ne hanno supportato l´impegno sarà dato alle stampe un esauriente catalogo che, oltre alle riproduzioni di tutte le opere in mostra e ai saggi del curatore, conterrà puntuali ed approfonditi contributi critici dei più importanti studiosi in materia.

Ulteriori informazioni: www.settimosplendore.it.

Doretta Lucchelli

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