Il film è nelle sale dal 1° gennaio, distribuito da Medusa Film

Quo vado? il boom di Checco Zalone

  Cultura e Spettacoli  

Dopo il grande successo di pubblico di "Sole a catinelle", Luca Medici con il suo nome d’arte Checco Zalone torna a presentare nei cinema italiani il tipico personaggio di ragazzo meridionale pigro, pasticcione ma di grande cuore.

Il prototipo di quegli “Italiani, brava gente” che per tanto tempo ci siamo portati dietro, non sempre meritatamente.

In “Quo vado?” Checco è un giovanotto pugliese che è riuscito a realizzare tutti i sogni della sua vita. Vive con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza, ha una eterna fidanzata che probabilmente mai sposerà per non affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli, e soprattutto è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza, Checco affronta una vita che fa invidia a tutti.

Un giorno però tutto cambia.

Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento.

Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi, ma Checco resiste eroicamente a tutto. La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere i ricercatori dall’attacco degli orsi polari.

Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria, una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione e s’innamora perdutamente di lei.

Inizia così un’avventura fantastica nella quale Checco scoprirà un nuovo mondo, aprendo la sua piccola esistenza a orizzonti lontanissimi.

“Quo vado?” prende garbatamente in giro la mentalità che per decenni, nel dopoguerra, ha dominato il mercato del lavoro in Italia: la ricerca del posto fisso, o meglio sarebbe dire la degenerazione del concetto di posto fisso.

Non c’è nulla di male nel desiderare un lavoro che garantisca una fonte di reddito costante, premessa quasi indispensabile per diventare davvero indipendenti, farsi una famiglia e procreare.

Non per niente gli ultimi tempi di crisi economica e precariato hanno prodotto un drastico calo di matrimoni e nascite, e un aumento di “bamboccioni” ancora dipendenti dai genitori.

È anche vero però che troppe persone hanno interpretato (e ancora interpretano, chi ce l’ha) il posto fisso come diritto a percepire uno stipendio senza alcun dovere di prestare in cambio una decente performance lavorativa. E questo è ovviamente il bersaglio della satira di Zalone, che nella prima parte del film ci presenta una vita impiegatizia degna dei colleghi di Fantozzi.

Nella seconda parte invece, quando Checco è costretto a girare per il mondo pur di non perdere il suo amato posto fisso, la satira si sposta sugli altri tipici vizi imputati di solito agli italiani: maschilismo, “furbizia” per fregare gli altri, maleducazione, disinteresse per la salvaguardia dell’ambiente. Per rendere il più possibile evidenti questi difetti il nostro eroe viene addirittura portato in Norvegia, in quella che forse è la società più lontana al mondo dai vizi suddetti.

Naturalmente la satira si mantiene sempre in background, il film rimane sempre in un contesto di piacevole comicità, senza volgarità né verbali né di scene piccanti che troppo spesso cercano di attirare il pubblico nei cosiddetti cinepanettoni.

Il film, diretto da Gennaro Nunziante, è interpretato da Checco Zalone, Lino Banfi, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Azzurra Martino.

Ugo Dell’Arciprete

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