Un caso di avarizia quasi patologico, ma tutto da ridere

Un tirchio quasi perfetto di Fred Cavayé

  Cultura e Spettacoli  

L’avarizia è un tema che ha spesso trovato rappresentazioni letterarie (anche in senso lato, includendo un genere considerato minore come il fumetto), dando vita a personaggi diventati sinonimo di avaro per antonomasia, come Arpagone di Molière o Paperon de’ Paperoni di Disney. Purtroppo in passato il vizio dell’avarizia è stato anche spesso associato per partito preso all’intera comunità degli ebrei, contribuendo a farne una minoranza odiata e perseguitata.

Questo film francese ci fa incontrare un violinista, François Gautier, che è tanto virtuoso con il suo strumento quanto esperto nell’escogitare qualsiasi trucco per non mettere mai mano al portafoglio. Risparmiare gli dà gioia, la prospettiva di dover pagare lo fa sudare freddo. La sua vita è scandita in funzione delle economie: aspetta che si accendano i lampioni pubblici in strada per non dover accendere la luce dentro casa, finge sempre di dimenticare di restituire qualunque cosa gli venga prestata, si nutre di cibi scaduti oppure ottenuti come campioni di prova gratuiti, tutto insomma purché non ci sia da pagare.

Naturalmente questo modo di comportarsi non è l’ideale per una vita di relazione, e infatti il nostro eroe è uno scapolo che vive solitario e disprezzato sia dai colleghi orchestrali che dai vicini di casa. Le poche volte che ha tentato di avviare una relazione sentimentale l’impresa è morta sul nascere appena si è manifestata la prospettiva di dover invitare la partner a prendere insieme un semplice caffè a pagamento.

Così avviene anche nel film quando François incontra la nuova violoncellista Valérie, che gli piace tanto, molto più delle altre brevi meteore comparse nella sua vita, ma neanche Valérie riesce a vincere l’insuperabile tirchieria di François che a malapena (con trovate a volte davvero geniali) riesce a cavarsela in sua compagnia senza spendere un soldo ma senza darlo troppo a vedere.

Arriva però sul più bello l’imprevisto, causato anche questo dalla sua mania. Anni prima aveva infatti avuto un’avventura di una sola notte con una collega, e l’uso di un preservativo omaggio scaduto da anni ha prodotto i suoi effetti: François scopre di avere una figlia di cui ignorava l’esistenza.

Laura, la figlia, è in realtà piena di ammirazione per il padre perché la madre ne aveva giustificato l’assenza raccontandole di attività benefiche cui François si dedicava all’estero. Laura immagina che la parsimonia di François sia mirata a salvare più fondi possibile per assistere i suoi orfanelli, e raccontando a tutti questa sua verità induce Valérie, vicini e colleghi a rivalutare la figura del padre.

Dato che ovviamente non c’è niente di vero, François è costretto a ulteriori divertenti sotterfugi per salvare la sua nuova reputazione continuando a tenere chiuso il portafogli fino alla prevedibile conversione finale per dare un lieto fine alla vicenda.

Il film risulta molto gradevole, con una irresistibile serie di gag dell’avarissimo protagonista e una simpatica schiera figure di contorno. Decisamente consigliabile per un divertente pomeriggio in famiglia.

Il film, diretto da Fred CAVAYÉ, è interpretato da Dany BOON, Laurence ARNÉ e Noémie SCHMIDT. È in sala dal 16 marzo.

Ugo Dell’Arciprete

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