La mostra potrò essere visitata dal 7 settembre 2017 al 14 gennaio 2018

Prato, Museo di Palazzo Pretorio: Legati da una Cintola

  Cultura e Spettacoli  

Il prossimo 7 settembre, a Prato, negli spazi espositivi recuperati nell’edificio attiguo al Monte dei Pegni, sarà inaugurata la mostra Legati da una cintola - L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città, promossa dal Comune di Prato e dal Museo di Palazzo Pretorio, con la collaborazione della Diocesi di Prato.

Al centro dell’esposizione c’è la Sacra Cintola, la cintura della Vergine, custodita nel Duomo, che, per secoli, è stata il tesoro più prezioso di Prato: un simbolo sia religioso sia civile, fulcro delle vicende artistiche di Prato ed elemento cardine della sua identità.

L’origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo: secondo la leggenda la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, è stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi è stata donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. Fra il Due e il Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell’elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.

Oltre 60 opere, una ricca serie di dipinti, sculture e miniature racconteranno la città e il suo ricco patrimonio di cultura e bellezza attraverso un simbolo religioso e civile, la pala di Bernardo Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento, che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza.

La pala di Bernardo Daddi, commissionata nel 1337-1338, nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza. L’allestimento della mostra, invece, consentirà di ammirare, nel suo complesso, la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i suoi componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del viaggio della cintola e del suo approdo a Prato (questa custodita nel Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo (custodita nei Musei Vaticani), e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso, conservata al Metropolitan Museum di New York.

Lungo il percorso espositivo, formato da 7 sezioni, si potranno ammirare anche le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Un nucleo scelto di cintole profane del XIV secolo documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, mentre una carrellata di dipinti, miniature e sculture permetterà di apprezzare la diversa interpretazione dell'iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell'arte toscana del Trecento, sia in area fiorentina sia in quella senese. Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita, e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

La mostra prende spunto dalla reliquia pratese per approfondire il Trecento, un’età di grande prosperità per Prato, a partire dalle committenze ad artisti di primo ordine come lo scultore Giovanni Pisano e il pittore Bernardo Daddi, che diedero risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.

Intorno a questa ricostruzione sarà illustrata la varia fortuna in Toscana dell’iconografia che univa la morte della Vergine e la sua assunzione in cielo. Alcune cintole due-trecentesche documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, puntualmente riprodotto nell’elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del Museo di palazzo Pretorio. A lato delle due predelle del Daddi altre opere esalteranno la felice vena narrativa di questo pittore della scuola giottesca. Una ricca serie di dipinti, sculture e miniature illustrerà le diverse elaborazioni del tema dell’Assunta che dona la cintola, iniziando dal prestito del rilievo eponimo del Maestro di Cabestany, scultore romanico attivo nel Roussillon e in Toscana, prima attestazione del tema della Cintola.

Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita, e ammirare il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

Oltre che nelle ostensioni solenni la Cintola fu spesso mostrata a papi, principi o personaggi della corte e, per il riconosciuto potere taumaturgico, veniva esposta nel corso di epidemie e altre calamità per invocare l'aiuto della Madonna. Una serie di testimonianze scritte e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa, le suppellettili connesse alla sua custodia e ostensione aiuteranno a comprendere la spettacolarizzazione di una reliquia cui si affidava l’identità più profonda e la fierezza di un’intera città.

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