La realizzazione della mostra è stata curata da Marco Franciolli, direttore MASI e Francesca Bernasconi, responsabile sviluppo progetti MASI

Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI): Wolfgang Laib

  Cultura e Spettacoli  

Fino al 7 gennaio 2018 il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) di Lugano ospita la mostra monografica dedicata a Wolfgang Laib, artista tedesco, la cui opera si distingue nel panorama artistico contemporaneo per essenzialità, chiarezza e profondità di pensiero.

Wolfgang Laib, nato a Metzingen nel 1950, a partire dagli anni sessanta segue la famiglia in numerosi viaggi in Europa e in Asia, visitando musei, monumenti, siti archeologici e di pellegrinaggio e soprattutto entrando in contatto con culture e stili di vita all’antitesti con quelli occidentali. Influenzato dalla vita nei piccoli villaggi del sud dell’India, Laib realizza, nel 1972, la sua prima scultura, un Brahamanda (in sanscrito “uovo cosmico”), dedicandosi così solo alla creazione artistica, privilegiando materiali naturali e forme archetipe. Nel corso della sua carriera ha esposto nei principali musei europei e americani e partecipato a numerose edizioni della Documenta e della Biennale; nel 2015 ha ricevuto il Premio imperiale per la scultura. Laib vive e lavora in un piccolo villaggio della Germania del sud e per alcuni mesi all’anno in una casa-studio nel sud dell’India.

Il progetto espositivo, elaborato in stretta collaborazione con l’artista, raccoglie 50 opere tra sculture, fotografie, disegni e installazioni che esplorano tutti gli ambiti del suo universo creativo.

La mostra si apre dando spazio a disegni e fotografie, delineando immediatamente il singolare vocabolario artistico di Laib, che sa coniugare, con armonia e semplicità, una profonda conoscenza di culture e religioni orientali con un’altrettanto intima riflessione sulle le radici del patrimonio culturale occidentale.

Le fotografie realizzate da Laib durante i suoi viaggi in Europa e in Asia compongono un repertorio di forme che prende nuova vita nei suoi essenziali disegni a pastello. I motivi che popolano le opere su carta, poi, riecheggiano e si amplificano nelle sculture ed installazioni che completano il percorso espositivo, secondo un principio di circolarità e ripetizione paradigmatico dell’opera dell’artista.

Nello spazio espositivo del piano -2 dialogano, senza barriere, opere rappresentative dell’intero percorso artistico di Laib: dalla Milkstone, scultura essenziale che sposa in un equilibrio perfetto la durezza del marmo alla fluidità del latte, presente sin dalle prime esposizioni, alle più recenti strutture in legno ricoperte da rilucente lacca birmana (Untitled, 2003); dalla celeberrima sequenza dei Rice Meals (1983) fino all’imponente ziggurat (Es gibt keine Anfang und kein Ende, 1999) in legno e cera d’api che impressiona con la sua mole e il suo intenso profumo. Prezioso fulcro della mostra, infine, è l’ampio e luminoso campo di polline di pino, presenza al tempo stesso effimera e grandiosa, che, inevitabilmente, invita a meditare sulla ciclicità della natura e la precarietà dell’esistenza, celebrandone al contempo la complessità e la ricchezza.

Significativa è l’attitudine con la quale Laib, da sempre, si confronta con i materiali organici e inorganici, che rendono inconfondibili le sue opere: il marmo scolpito, la cera plasmata e il polline disposto in ordinate composizioni senza attribuire alla materia un nuovo valore, ma con la volontà di essere un tramite che, con il suo lavoro, rende visibile la bellezza intrinseca ad ogni materiale.

Info: Wolfgang Laib - Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) - dal 3 settembre 2017 al 7 gennaio 2018 - www.masilugano.ch - www.luganolac.ch

G. Scotti

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