I Vichinghi di Claudio Fäh

26 novembre 2014


In Italia mediamente non c’è una grande conoscenza della storia dei Vichinghi, i grandi guerrieri provenienti dalla Scandinavia, a parte il folclore di vederli rappresentati con il tipico elmo con le corna (cosa che tra l’altro gli storici assicurano non essere mai esistita in realtà). Questa ignoranza deriva molto probabilmente dal fatto che la lontananza geografica non ha mai consentito grandi interazioni tra le antiche popolazioni italiche e i Vichinghi, anche se in effetti contaminazioni ci sono state, soprattutto con la conquista normanna della Sicilia di cui ancora oggi si vedono tracce in certi siciliani biondi e con gli occhi azzurri.

Ben diversa è stata l’esperienza degli antichi abitanti della Gran Bretagna, per i quali negli ultimi secoli del primo millennio i Vichinghi sono stati sinonimo di tragiche scorrerie, analogamente a ciò che sono stati i turchi per le nostre coste meridionali. In campo letterario uno dei principali cantori della saga vichinga in Gran Bretagna è stato lo scrittore inglese di fiction Bernard Cornwell, con la sua serie di romanzi The Saxon Tales.

A migliorare la nostra conoscenza di ciò che avveniva nel Mare del Nord e sulle sue coste poco più di 1000 anni fa, viene ora questo film che ci racconta l’epopea di un manipolo di guerrieri vichinghi, ovviamente di fantasia ma con avventure che avrebbero potuto benissimo svolgersi davvero all’epoca. Sappiamo infatti che i veri Vichinghi arrivarono per la prima volta in Scozia nel giugno dell’anno 793, e saccheggiarono il monastero di Lindisfarne. Seminarono morte e distruzione, e continuarono, quindi, a compiere razzie nel nord della Scozia, e fino al XII secolo furono una seria minaccia per l’incolumità degli abitanti delle Highlands.

Nel film dunque il nostro gruppo di Vichinghi, esiliati e cacciati dalla propria terra e dal proprio re, arriva in Gran Bretagna, con l’intento di saccheggiare e mettere a ferro e fuoco questa terra. Guidati dal coraggioso Asbjörn (Tom Hopper), i Vichinghi hanno una pericolosa missione da compiere per riacquistare la propria libertà: depredare i monasteri dei preziosi tesori che custodiscono. Durante il viaggio verso la Gran Bretagna, però, vengono sorpresi da una terribile tempesta, che li fa naufragare sulla costa scozzese. Ormai intrappolati dietro la linea nemica, i Vichinghi hanno una sola possibilità di sopravvivenza: raggiungere il lontano accampamento vichingo di Danelaw. Lungo il cammino per Danelaw, i Vichinghi catturano la forte e volitiva Lady Inghean (Charlie Murphy), figlia del re Dunchaid (Danny Keogh). I guerrieri vedono nel rapimento della fanciulla la possibilità di un lauto riscatto ma il re, anziché pagare, riunisce i suoi mercenari più spietati, l’armata dei ‘Lupi‘, ben noti in tutto il Paese per l’efferata crudeltà. Solo grazie al misterioso monaco Conall (Ryan Kwanten), i Vichinghi riusciranno a salvarsi dai Lupi e dai loro spietatissimi capi Hjorr (Ed Skrein) e Bovarr (Anatole Taubman). Mentre Conall guida i Vichinghi a Danelaw - attraverso l’ormai dimenticato “Sentiero del Serpente” - inizia una lotta contro il tempo, un’avvincente e pericolosa caccia tra la vita e la morte.

Il film è stato girato in Sudafrica, nel suggestivo scenario di Capo di Buona Speranza, location che sorprendentemente presenta scogliere e brughiere assolutamente credibili come paesaggi scozzesi. Oltre ai panorami mozzafiato, “I Vichinghi” offre avvincenti scene di combattimento che piaceranno sicuramente agli amanti del genere. Non si può certo definire, al contrario, film per spettatori sentimentali, visto che il protagonista Asbjörn si limita a proteggere da buon cavaliere Lady Inghean ma tra i due non scocca neanche la minima scintilla amorosa (almeno fino a quando sullo schermo compare il fatidico “The end”, il seguito è lasciato alla nostra immaginazione).

Il film “I Vichinghi” è diretto da Claudio Fäh, e interpretato da Tom Hopper, Ryan Kwanten, Anatole Taubman, Charlie Murphy e Johan Hegg. Esce in sala il 27 novembre.

Ugo Dell’Arciprete