Milano: I paesaggi dell’Italia medievale di Riccardo Rao

09/12/2015


Venerdì 11 dicembre 2015, alle ore 18.00, presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12 a Milano, l’Associazione Culturale Italia Medievale e Urban Center Milano, insieme all’autore, presentano il libro di Riccardo Rao “I paesaggi dell’Italia medievale” (Carocci, 2015).

Castelli e chiese, città e villaggi, boschi e campi, foreste dei re e beni comuni: il filo rosso che consente di orientarsi nei mille volti del Medioevo è costituito dalla capacità dell’uomo di popolare lo spazio e di costruire paesaggi pensati su misura per le collettività, rurali e cittadine, che abitano nei territori locali. I molteplici paesaggi dell’Italia medievale - nei differenti contesti regionali, dal Nord al Sud della Penisola - sono oggetto di una continua trasformazione. Dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, quando l’eredità di Roma e dell’Antichità risulta ancora ben visibile, passando per l’età dei comuni urbani, che modellano non solo la città, ma anche le campagne, imprimendovi l’immagine del governo collettivo, fino agli ultimi complessi secoli del Medioevo, segnati dal calo demografico dovuto alla peste nera (1348), in cui si affermano nuove gerarchie insediative e nuove colture: lungo un percorso millenario di cambiamento si disegna un volto inedito per le città e le campagne della Penisola. Nei paesaggi che il Medioevo consegna ai secoli successivi già si possono leggere molti degli elementi che ancora oggi caratterizzano il mondo in cui viviamo.

La partizione del libro segue una simile evoluzione.

Dopo essersi occupato nel capitolo 1 (I quadri generali) degli strumenti metodologici e interpretativi per comprendere il paesaggio medievale, nei capitoli 2 e 3 (Paesaggi della paura? Un mondo in trasformazione, 400-750; L’habitat rurale fra Tardoantico e primi secoli del Medioevo) l’autore affronta le trasformazioni avvenute nel passaggio dal mondo antico all’Alto Medioevo: dal IV all’VIII secolo si verifica una fase di complessiva stagnazione demografica e di aumento degli spazi forestali, ma anche una situazione ottimale per i gruppi di contadini, che gestiscono con ampi margini di autonomia le risorse ambientali da cui ricavano consistenti disponibilità alimentari grazie ai prodotti dell’incolto. Il capitolo 4 (Le due età della crescita, 750-1100, 1100-1300. Disboscamenti e popolamento) affronta l’avvio di un periodo di crescita della popolazione che, tra IX e XIII secolo, cambia in maniera decisiva il volto del paesaggio medievale: è in quest’epoca che i campi coltivati avanzano notevolmente a scapito dei boschi, ma anche che il paesaggio assume caratteri originali rispetto all’eredità del mondo antico. Contemporaneamente, muta anche il ruolo sociale e culturale del bosco, che si trasforma in maniera decisiva fra Alto e Basso Medioevo, tema affrontato nel capitolo 5 (La trasformazione sociale e culturale del bosco tra Alto e Basso Medioevo). Nel capitolo 6 (Castelli, villaggi e case sparse nei secoli centrali del Medioevo, 900-1300) vengono quindi approfonditi alcuni aspetti fondamentali dell’insediamento di quest’epoca, quali i villaggi e l’habitat fortificato, con l’incastellamento e le successive metamorfosi dei castelli. Nello stesso periodo, il rafforzamento dei legami di solidarietà sociale all’interno delle comunità rurali e urbane accentua la connotazione collettiva del paesaggio. Tuttavia, la proiezione delle città sui territori circostanti e la loro attitudine a modellare il volto delle campagne, se aumenta l’integrazione tra spazi urbani e rurali, per altro verso introduce fattori di squilibrio nella gestione locale e collettiva dello spazio, temi trattati nei capitoli 7 e 8 (Le comunità di villaggio e la gestione sociale del paesaggio; Una civiltà urbana: le città comunali e le loro campagne). Infine, nei capitoli 9 e 10 (Paesaggi della crisi. L’habitat rurale e la crisi dell’insediamento accentrato, 1300-1500; Gli spazi collettivi del Tardo Medioevo, fra disgregazione e riorganizzazione) vengono prese in esame le trasformazioni avvenute a partire dal Trecento, che segnano, come si è accennato, l’introduzione di dinamiche almeno in parte nuove rispetto al passato, con il ripensamento dell’habitat rurale, in funzione di una minore centralità del villaggio, e la riorganizzazione degli spazi collettivi.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Riccardo Rao insegna Storia medievale all’Università degli Studi di Bergamo. Fa parte della redazione di diverse riviste scientifiche, tra cui “Reti medievali” e “Popolazione e Storia”. Fra le sue pubblicazioni: Comunia. Le risorse collettive nel Piemonte comunale (secoli XII-XIII) (Milano 2008); Signori di Popolo. Signoria e società comunale nell’Italia nord-occidentale (1275-1330) (Milano 2012).

Info: Associazione Culturale Italia Medievale - tel 0245329840 - info@italiamedievale.org - www.italiamedievale.org