Milano: Rossopomodoro San Babila festeggia il riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale Unesco

24/02/2018


Giovedì 22 febbraio, a Milano, presso Rossopomodoro San Babila, al Brian&Barry Building, è stato festeggiato il riconoscimento che l’Unesco ha tributato all’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani iscrivendola nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Un riconoscimento che ci dà ragione - ha detto Franco Manna, fondatore e presidente di Rossopomodoro - e non solo perché dal primo momento abbiamo sostenuto la raccolta firme per contribuire alla moral suasion avviata da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, e i tanti che l’hanno appoggiata come Roberto Maroni, Tessa Gelisio, Jimmy Ghione e Coldiretti..

L’imprenditore napoletano, che ha sempre sostenuto la necessità di valorizzare il ruolo dell’artigianalità dei pizzaiuoli anche come efficace barriera all’italian sounding, ha riassunto il percorso in tre parole: orgoglio del pizzaiolo di fare un lavoro che può regalare tante soddisfazioni impensabili per genitori e antenati e di trasmettere un vento napoletano con le proprie pizze; senso della grande tradizione; paranoia dei particolari, cioè saper coltivare il senso più minuto e minuzioso per fare una grande pizza come testimonia l’attenzione al basilico, che diventa segno distintivo della pizza napoletana e della capacità di guardare appunto ai dettagli.

Il motivo di soddisfazione ulteriore - ha aggiunto Manna - è che abbiamo sempre detto che il vero valore pizza è nella capacità degli artigiani che le danno vita. Con questa decisione il fattore umano viene messo nella giusta evidenza come facciamo noi di Rossopomodoro. - ha concluso Manna - Uno sforzo corale che ha dato i suoi risultati anche se nessuno può iscriversi un merito che è e resta un patrimonio comune di una città, di un popolo e di uno stile di vita.

Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della petizione conosciuta come #pizzaUnesco, ha ribadito che: Abbiamo ottenuto un risultato record di mobilitazione della società civile con oltre 2milioni di firme e una vittoria per la tradizione artigianale del cibo. Ecco perché ora dobbiamo mettere questo successo a disposizione dell'anno del cibo italiano e impegnarci a difendere e valorizzare il riconoscimento Unesco.

Tessa Gelisio, conduttrice televisiva, scrittrice ed ambientalista italiana, ha ricordato le motivazioni della decisione dell'Unesco.

Jimmy Ghione esulta: Ringrazio Alfonso Pecoraro Scanio per avermi voluto come testimonial. La scelta di un piemontese come me voleva marcare il carattere italiano e non solo napoletano di questa candidatura.

Roberto Maroni ha ricordato che: Quando Alfonso mi ha chiesto l'adesione ho firmato per tre ragioni. Perché sono un convinto consumatore di pizza. Perché conosco Alfonso da tanto e stimavo questa campagna e perché la Lombardia ha il record dei riconoscimenti Unesco e ne conosciamo l'importanza e anche le difficoltà per ottenerli. Quindi i miei complimenti per questo risultato sono convinti e sinceri.

Nel corso della conferenza stampa la scuola di cucina di Casa Rossopomodoro ha cucinato a vista la tradizionale ricetta dei ravioli capresi, un favoloso primo con la ricotta di Capri, e delle eccellenti polpettine di manzo. Il tutto accompagnato da prosecco e vino per festeggiare questa grande vittoria.

L’evento è stato solo il primo dei grandi eventi che Casa Rossopomodoro organizzerà in questo 2018, Anno della Cucina Italiana: le attività coinvolgeranno tutta Italia; scenderanno in campo Grandi Maestri, Executive Chef, Antonio Sorrentino e Enzo De Angelis, da sempre sostenitori della buona cucina italiana e campana base di successo di Rossopomodoro. A breve partirà anche un tour per far conoscere le zeppole di San Giuseppe, uno dei dolci tipici della tradizione pasticcera napoletana, secondo la ricetta originale scritta a Napoli intorno all’anno 1837.

Info: www.rossopomodoro.it