Rai1: Il confine di Carlo Carlei

14/05/2018


Il Confine, il nuovo sceneggiato di Rai1 (in realtà non nuovissimo, perché pronto già da fine 2016, ma “messo in freezer” per lanciarlo in occasione del Centenario della vittoria italiana nella Grande Guerra) narra appunto la fase della maturazione e dello scoppio della prima guerra mondiale, attraverso gli occhi e le avventure di tre adolescenti triestini.

Siamo nell’estate del 1914, quando Trieste e tutto il Friuli fanno ancora parte dell’impero austro-ungarico. Bruno, Emma e Franz sono tre compagni di scuola non ancora ventenni, alla soglia dell’esame di maturità. Emma e Franz sono innamorati ma di nascosto dalle famiglie, che non approverebbero il legame: Franz figlio del rigidissimo ufficiale austriaco che governa la regione, Emma figlia di una famiglia di commercianti ebrei con sentimenti filo italiani. Bruno è il grande amico di Franz, è anche lui segretamente innamorato di Emma ma accetta il dato di fatto che lei preferisce Franz e i tre vivono i loro giorni in grande armonia.

Ma un brutto giorno, con l’attentato di Sarajevo, ha inizio la prima grande tragedia del Novecento e i nostri amici si ritrovano catapultati a vivere il feroce dramma della guerra, chi dalla parte austriaca, chi da quella italiana. E accanto alle lacerazioni e alle brutture del conflitto, i tre ragazzi vivranno anche alterne storie sentimentali, scoprendo che l’amore è capace di sbocciare e crescere con coraggio anche tra le bombe, nonostante tutto.

Come è stato fatto notare nella conferenza stampa di presentazione, il titolo dello sceneggiato - Il confine - si presta a interpretazioni multiple. La più ovvia è quella geografica, come frontiera tra Italia e Austria, o meglio tra regno sabaudo e impero asburgico, frontiera che per i seguaci di Francesco Giuseppe era ancora una ferita aperta, avendo dovuto cedere buona parte dell’Italia settentrionale a seguito delle guerre di indipendenza, territori che gli austriaci aspiravano a riconquistare.

Ma la grande guerra ha segnato anche un confine culturale, tra il periodo della Belle Époque che è stata la fine dell’Ottocento e gli anni nuovi del Novecento, con le sue novità tecnologiche e scientifiche. Si può dire che ci sia stato anche un confine politico, perché è dopo la fine della grande guerra che vengono sdoganati termini quali capitalismo, proletariato e lotta di classe. Quelli che nella seconda metà dell’Ottocento erano stati soprattutto concetti filosofici e accademici di pensatori come Proudhon, Marx o Engels, o al massimo ideali di poche élites rivoluzionarie come nella Comune di Parigi, entrano a pieno titolo nella vita politica dei paesi europei (non va dimenticato che uno dei più importanti lasciti della prima guerra mondiale è la rivoluzione dei soviet, che per la prima volta al mondo instaura un regime che si proclama comunista).

E, last but not least, su un piano strettamente privato lo sceneggiato tratteggia anche il delicato confine tra adolescenza e maturità, passaggio che tutti attraversano intorno ai venti anni, ma che i ragazzi della generazione di Bruno, Emma e Franz furono costretti ad affrontare in maniera traumatica nelle trincee o nelle retrovie.

Il confine è un commovente affresco di come le grandi vicende che restano poi nei libri di storia si traducono in miriadi di piccole storie personali, dove la vita e gli affetti di singoli individui si consumano nell’immenso massacro di intere nazioni.

Lo sceneggiato, diretto da Carlo Carlei, è interpretato da Filippo Scicchitano, Caterina Shulha, Alan Cappelli Goetz, Alessandro Sperduti, Massimo Popolizio.

Il confine va in onda in due puntate il 15 e 16 maggio in prima serata su Rai1.

Ugo Dell’Arciprete