FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 6, 1 settembre 2010

Novità aziendali , Previdenza ed assistenza

Pensioni: novità della manovra d’estate
La Legge n. 122/2010, che converte il Decreto legge n. 78/2010, tra le misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica contiene anche norme per chi dovrà andare in pensione nei prossimi anni

Le novità sono contenute nei tredici comma in cui è articolato l’art. 12 del provvedimento.

Alla fine del corrente anno solare cambia l’attuale sistema che prevede due o quattro finestre per andare in pensione.

Per chi matura i requisiti pensionistici dal prossimo 1° gennaio 2011, infatti, la finestra sarà mobile o a scorrimento: la decorrenza della pensione, cioè, avverrà trascorsi 12 mesi per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e 18 mesi per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti,  coltivatori diretti ed iscritti alla gestione separata) dal perfezionamento dei requisiti di età e di contribuzione. Non sono soggetti alla finestra mobile, però, coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2010 ed il personale della scuola. Le attuali finestre, inoltre, continuano ad applicarsi alle donne che si avvalgono della possibilità, valida fino al 2015, di lasciare il lavoro con i requisiti in vigore prima del 2008, vale a dire 57 anni di età e 35 di contributi se lavoratrici dipendenti o 58 anni di età e 35 di contributi se lavoratrici autonome optando per il calcolo contributivo della pensione.

Il provvedimento si occupa anche di coloro che matureranno il diritto alla pensione in regime di totalizzazione, cumulando, cioè, i periodi contributivi versati in diverse gestioni previdenziali. Sempre dal prossimo 1° gennaio ad essi si applicheranno le finestre previste per i lavoratori autonomi: il loro trattamento pensionistico, quindi, avrà decorrenza 18 mesi dopo la maturazione dei requisiti.

Dal 2015, infine, il meccanismo di adeguamento del requisito anagrafico per il diritto alle prestazioni pensionistiche, sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati, avverrà sulla base delle variazioni della speranza di vita rilevata dall’Istat. L’incremento non potrà superare in ogni caso i tre mesi. Il secondo adeguamento scatterà nel 2019 mentre i successivi scatteranno ogni tre anni. Il diritto al trattamento di anzianità sarà determinato dall’età anagrafica e i 35 anni di contribuzione. L’incremento interessa anche il requisito anagrafico dei 65 anni previsto per il diritto all’assegno sociale. Sono esclusi coloro che maturano i 40 anni di contribuzione, in quanto non soggetti ad alcun requisito anagrafico, i conducenti di mezzi pubblici di trasporto e i piloti.

Per quanto riguarda il settore pubblico il provvedimento prevede che dal prossimo 1° gennaio 2012 l’età pensionabile per le donne sarà elevata a 65 anni, dando così attuazione alla richiesta della Commissione europea che aveva ritenuto troppo lungo il periodo, per l’innalzamento dei requisito anagrafico dei 60 ai 65 anni, fissato dalla “Manovra d’estate 2009”. L’età anagrafica per il pensionamento di vecchiaia delle dipendenti pubbliche, che è fissato a 61 anni per il biennio 2010/2011, passa in questo modo direttamente a 65 anni dal 2012, raggiungendo, a tale data, la piena equiparazione fra uomini e donne nel settore pubblico, come richiesto dall’Unione europea. Le lavoratrici, che hanno maturato i requisiti di età e di contribuzione entro lo scorso 31 dicembre 2009, continueranno ad andare in pensione a 60 anni, mentre potranno andare in pensione a 61 anni le donne del settore pubblico, che matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2011. Le lavoratrici potranno richiedere all’ente di appartenenza la certificazione del diritto maturato.

I trattamenti di vecchiaia sono soggetti al regime delle finestre secondo le modifiche introdotte dal 2011.