FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 8, 20 settembre 2017

Cultura e Spettacoli, Mostre e Musei

Pavia, Castello Visconteo: Longobardi, un popolo che cambia la storia
La mostra più importante sui Longobardi, mai realizzata,è in corso a Pavia fino al , per poi proseguire dal 15 dicembre al MANN di Napoli, ed approdare, infine, al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo nel 2018

A Pavia, capitale del “Regnum Langobardorum” è in corso un grande evento internazionale, che accomuna il Nord ed il Sud Italia, e poi, a Napoli, l’evento proseguirà per illustrare il ruolo fondamentale del Meridione nell’epopea degli “uomini dalla lunghe barbe”.

In mostra sono esposte oltre 300 opere, prestate da più di 80 musei, 32 siti e centri longobardi rappresentati, si ammirano 58 corredi funerari, esposti integralmente, con video ed installazioni multimediali. Per tutto il periodo dell’esposizione pavese si possono anche visitare 3 cripte longobarde, che vengono aperte, per la prima volta, al pubblico in un apposito itinerario.

La mostra Longobardi, organizzata da Villaggio Globale International, fornisce una visione complessiva e di ampio respiro (dalla metà del VI secolo, dalla presenza gotica in Italia, alla fine del I millennio) del ruolo, dell’identità, della cultura e dell’eredità del popolo longobardo, che, nel 568, guidato da Alboino, ha varcato le Alpi Giulie ed iniziato la sua espansione sul suolo italiano.

Le otto sezioni della mostra, allestite con creatività, design e multimedialità, propongono vari temi: il cupo contesto iniziale, i modelli economici introdotti dai Longobardi, le strutture del potere e della società, le testimonianze della Longobardia Meridonale tra Bizantini ed Arabi, principati e nuovi monasteri.

Particolarmente interessanti sono gli oggetti, provenienti da numerose necropoli, mai presentate al pubblico, come quelli di Torino-Lingotto e Parma-Borgo della Posta, che, con le magnifiche fibule, decorate a filigrana o in cloisonné, ricostruiscono la cultura, i riti, le migrazioni delle genti longobarde. Tipici dell’artigianato germanico, ad esempio, sono i corni potori in vetro - rosa vinaccia da Cividale, verde da Spilamberto, blu da Castel Trosino - con filamenti applicati a onde, che imitano i corni animali e che l’aristocrazia longobarda usava per bere.

Tra i materiali esposti segnaliamo anche il Pluteo con croci da Castelseprio prestato dal Museo di Gallarate (VA), il Pluteo con leoni e pavoni della Cattedrale di Modena (Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Santa Maria Assunta), marmi lunghi quasi due metri, o l’iscrizione funebre di Raginthruda o il bellissimo Pluteo con agnello, entrambi dai Musei Civici di Pavia, Capitale del regno longobardo.

In esposizione anche preziosi manoscritti. Nei monasteri di Montecassino e San Vincenzo al Volturno, infatti, fu perfezionata la scrittura cosiddetta beneventana o longobarda, che fiorì in opposizione alla scrittura rotonda dell’Europa carolingia. Eccezionale monumento di questa cultura è il codice delle omelie, esposto in questa mostra, eseguito a San Vincenzo al Volturno.

La mostra si conclude con la grande fioritura della Longobardia Minor, che, caduta Pavia ad opera di Carlo Magno, prolunga la presenza longobarda in un ducato autonomo in Italia, fino all’XI secolo.

Nel principato di Benevento e negli stati di Salerno e Capua, distaccatisi nel corso del IX secolo, la presenza longobarda produsse esperienze originali d’incontro con le culture greca e islamica da un lato, e con quella del mondo franco-tedesco dall’altro.

Tra i tanti capolavori esposti, che testimoniano il valore artistico e la maturità espressiva raggiunta in quei secoli nel Sud Italia e le contaminazioni culturali, segnaliamo: il Disco aureo con Cristo e gli Angeli dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, esempio di altissimo livello dell’oreficeria napoletana di influsso bizantino, presente nella città partenopea agli esordi dell’età ducale; la Lastra con grifoni dall’Antiquarium di Cimitile (NA), esempio della scultura di arredo liturgico di età tardolongobarda (sec. XI), che attesta stilemi di origine arabo bizantina.

Il catalogo è edito da Skira

Durante la mostra pavese, è possibile visitare,nei fine settimana, anche tre importanti cripte longobarde: Sant’Eusebio, quanto resta di un edificio di antiche origine, già esistente al tempo del re longobardo Rotari ed utilizzato come cattedrale ariana, San Felice e San Giovanni Domnarum

Info, biglietti, prenotazioni, visite guidate al museo ed alla scoperta di Pavia longobarda, laboratori: Longobardi. Un popolo che cambia la storia - Pavia, Castello Visconteo, Viale XI febbraio, 35, dal 1° settembre al 3 dicembre 2017 - Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN); Piazza Museo 19, dal 15 dicembre 2017 al 25 marzo 2018 -San Pietroburgo, Ermitage, www.mostralongobardi.it

Giovanni Scotti