Realizzato dalla Fratelli Alinari Fondazione per
Oltre all’esposizione permanente dedicata all’immagine digitale, la struttura ospiterà mostre temporanee e avrà un’attività didattica in collaborazione con Istituzioni scientifiche e artistiche a livello regionale, nazionale e internazionale ( Globo Divulgazione Scientifica, Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Politecnico di Torino, Trieste Film Festival e così via ).
Lo spazio allestito ha una superficie di circa
Per lo sviluppo del progetto AIM sono necessarie numerose tipologie di professionalità. Sono stati reclutati partner e collaboratori eccellenti per ciascuna area di competenza.
Un gruppo di collaboratori, coordinato da Matteo Palmisano, si dedica alla ricerca e allo sviluppo ( R&D ) nel campo delle tecnologie.”E’ proprio lo stato dell’arte della tecnologia – sottolinea Pinucci - ad influenzare in maniera determinante il livello di interazione tra contenuti e visitatori, nella direzione di consentire il massimo livello di interazione possibile, senza però sconcertare o intimidire l’utente.” La parola d’ordine nella scelta delle tecnologie è infatti “User friendly”. Nadia Andreini si occupa di un settore di frontiera: la ricerca artistica nel campo informatico. Cura le relazioni con artisti e realtà della Silicon Valley ( San Francisco ed hinterland), cioè della zona che più ha dato allo sviluppo tecnologico legato alla creatività.
Nel progetto AIM non si presuppongono conoscenze specifiche degli strumenti informatici e telematici da parte del pubblico. Si vuole evitare che la tecnologia sia percepita dal visitatore in modo invasivo o demotivante a causa della scarsa duttilità della strumentazione. Le soluzioni tecniche adottate mirano ad ottimizzare la semplicità e la naturalezza dell’interazione tecnologica, che sarà quanto più possibile intuitiva, gestuale, correlata con l’oggetto dell’indagine. Nelle soluzioni espositive si mira a salvaguardare la via ludico-partecipativa. Sono previsti per i visitatori semplici palmari collegati in rete ( WLAN) che permetteranno di ricevere informazioni multimediali di approfondimento personalizzate ( panoramica sulle varie esposizioni, approfondimenti ipertestuali con possibilità di ricerca, interviste filmate, documentari, feedback audio personalizzato). Si fornirà un metodo di indagine ed approfondimento strutturato su vari livelli e soprattutto facilmente “esportabile”. Il visitatore, infatti, verrà messo in grado, tornando a casa, a scuola o al lavoro, di poter ritrovare le medesime informazioni ed approfondimenti, raggiungibili mediante una procedura semplice ed immediata. In questo museo dell’immagine dal respiro internazionale la gamma e gli approcci di ricerca e di esposizione saranno molteplici, variegati e dinamici. Si spazierà dal dagherrotipo alle immagini digitali, dagli ologrammi all’immagine tridimensionale, dalle texture al rotoscoping, dal rendering 3D alla Realtà Virtuale, dalla Realtà Aumentata alle metodologie di consultazione delle immagini per utenti diversamente abili.
Giuditta Bricchi
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