Quest’anno sarà inaugurato a Trieste l’Alinari Image Museum (AIM), spazio espositivo permanente dedicato alla valorizzazione della comunicazione visiva e alla storia della fotografia

A Trieste il Museo dell´immagine digitale

  Cultura e Spettacoli  

Realizzato dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Trieste, l’AIM sarà situato nella sede di ERA (Esposizione di Ricerca Avanzata ) presso l´ex Centro meccanografico delle Ferrovie dello Stato a Campo Marzio. Il nuovo museo-laboratorio si inserisce nel panorama italiano dei beni culturali, distinguendosi per unicità e innovazione. Grazie alle più recenti tecnologie, i visitatori possono interagire con i sensi all’interno dello spazio reale e navigare nel vastissimo archivio di immagini Alinari, integrando l´esperienza conoscitiva con quella emozionale.

Oltre all’esposizione permanente dedicata all’immagine digitale, la struttura ospiterà mostre temporanee e avrà un’attività didattica in collaborazione con Istituzioni scientifiche e artistiche a livello regionale, nazionale e internazionale ( Globo Divulgazione Scientifica, Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Politecnico di Torino, Trieste Film Festival e così via ).

Lo spazio allestito ha una superficie di circa 400 metri quadrati. Accanto alla sezione dedicata alle mostre temporanee e a quella destinata alle esposizioni pertinenti all’Archivio Alinari, vi sarà la sezione dedicata agli interactive labs”. Qui vi saranno installazioni ad alta interattività. Un’area sarà dedicata alle tecnologie avanzate (immagini per non vedenti, laboratorio suono-colore, immersioni in spazi virtuali). Vi sarà anche un laboratorio tecnologico in cui si potrà osservare la nascita, il trattamento, l’archiviazione dei materiali informatici legati all’immagine.

AIM è un progetto complesso” spiega Massimiliano Pinucci, Responsabile per l’allestimento e la configurazione delle infrastrutture tecnologiche e informatiche. “Esso è strutturato su più livelli per quanto riguarda l’approccio tecnologico e interattivo, nonché su più aree tematiche relativamente ai contenuti, stratificate esse stesse su più piani. L’approccio tecnologico alla visualizzazione dei contenuti è estremamente dinamico, trattandosi di hardware e software in continua evoluzione, sia in senso migliorativo rispetto alle prestazioni dell’esistente, sia in senso innovativo, con idee da scoprire, testare e applicare, o che addirittura stimolano a generare nuovi spunti progettuali”.

Per lo sviluppo del progetto AIM sono necessarie numerose tipologie di professionalità. Sono stati reclutati partner e collaboratori eccellenti per ciascuna area di competenza.

Un gruppo di collaboratori, coordinato da Matteo Palmisano, si dedica alla ricerca e allo sviluppo ( R&D ) nel campo delle tecnologie.E’ proprio lo stato dell’arte della tecnologia – sottolinea Pinucci - ad influenzare in maniera determinante il livello di interazione tra contenuti e visitatori, nella direzione di consentire il massimo livello di interazione possibile, senza però sconcertare o intimidire l’utente.” La parola d’ordine nella scelta delle tecnologie è infattiUser friendly”. Nadia Andreini si occupa di un settore di frontiera: la ricerca artistica nel campo informatico. Cura le relazioni con artisti e realtà della Silicon Valley ( San Francisco ed hinterland), cioè della zona che più ha dato allo sviluppo tecnologico legato alla creatività.

Nel progetto AIM non si presuppongono conoscenze specifiche degli strumenti informatici e telematici da parte del pubblico. Si vuole evitare che la tecnologia sia percepita dal visitatore in modo invasivo o demotivante a causa della scarsa duttilità della strumentazione. Le soluzioni tecniche adottate mirano ad ottimizzare la semplicità e la naturalezza dell’interazione tecnologica, che sarà quanto più possibile intuitiva, gestuale, correlata con l’oggetto dell’indagine. Nelle soluzioni espositive si mira a salvaguardare la via ludico-partecipativa. Sono previsti per i visitatori semplici palmari collegati in rete ( WLAN) che permetteranno di ricevere informazioni multimediali di approfondimento personalizzate ( panoramica sulle varie esposizioni, approfondimenti ipertestuali con possibilità di ricerca, interviste filmate, documentari, feedback audio personalizzato). Si fornirà un metodo di indagine ed approfondimento strutturato su vari livelli e soprattutto facilmente “esportabile”. Il visitatore, infatti, verrà messo in grado, tornando a casa, a scuola o al lavoro, di poter ritrovare le medesime informazioni ed approfondimenti, raggiungibili mediante una procedura semplice ed immediata. In questo museo dell’immagine dal respiro internazionale la gamma e gli approcci di ricerca e di esposizione saranno molteplici, variegati e dinamici. Si spazierà dal dagherrotipo alle immagini digitali, dagli ologrammi all’immagine tridimensionale, dalle texture al rotoscoping, dal rendering 3D alla Realtà Virtuale, dalla Realtà Aumentata alle metodologie di consultazione delle immagini per utenti diversamente abili.

Giuditta Bricchi

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