CHI M’HA VISTO? Cosa non si fa per un po’ di notorietà

19/10/2017


Il gusto voyeuristico del telespettatore italiano medio ha decretato da vari anni il successo dei format che indagano su fatti di cronaca, sparizioni e intrighi familiari. Il capostipite del filone è la nota trasmissione di RAI3 “Chi l’ha visto?” (che potremmo ribattezzare “Chi non l’ha visto?”, dato che probabilmente a ognuno di noi, anche se non spettatori abituali, è capitato almeno una volta di capitarci facendo zapping e restare a curiosare sul fatto del giorno).

Nulla di strano quindi se anche il cinema ha pensato di sfruttare il tema per farne una parodia. La strada è stata aperta da un altro film italiano del 2017, Omicidio all’italiana di Maccio Capatonda, e ora arriva in sala questo Chi m’ha visto, che già dal titolo rende più evidente il soggetto cui si ispira.

La situazione di partenza è sempre quella di qualcuno che si cruccia di non avere abbastanza visibilità pubblica, e quindi pensa bene di creare un finto fatto di cronaca e farlo diventare un caso mediatico, fino a che la troupe di RAI3 arrivi sul posto e dia risonanza nazionale al protagonista.

Se nel caso di Capatonda il protagonista era il sindaco di un improbabile paesino appenninico, preoccupato per il suo spopolamento, qui la sindrome da anonimato colpisce Martino Piccione, un bravissimo chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è così: non conta quanto vali, conta quanto appari.

E tutte le volte che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua ossessione di diventare un musicista famoso. E allora, con l’aiuto del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria sparizione.

Ma sparire davvero non è facile, dapprima nel nascondiglio montano di Martino fa la sua comparsa una bella prostituta cubana, portata da Peppino per addolcire la sua solitudine, che Martino inizialmente rifiuta, disdegnando i rapporti mercenari senza amore, ma che alla fine diventerà invece la sua compagna quando l’amore sarà sbocciato davvero. Poi sono le autorità locali - carabinieri, sindaco - a scoprire dov’è Martino, ma a quel punto, con la notorietà e i soldi portati in paese dalla stampa e dalla televisione, sono loro i primi a chiedergli di restare nascosto.

In un finale che inizialmente sembra prendere una piega triste, prima del prevedibile happy end, Martino scoprirà che la felicità non sta nell’essere conosciuto dal pubblico, anzi è tutto l’opposto, e Peppino guadagnerà invece lui quella notorietà e quel successo televisivo che in origine era il sogno di Martino.

Favino e Fiorello sono i due veri mattatori del film, in scena praticamente dalla prima all’ultima inquadratura. La bravura con cui si riciclano in “terroni” pugliesi, e la simpatia istintiva che suscitano le atmosfere e il dialetto pugliese, rendono il film assolutamente godibile. Da notare anche i divertenti camei impersonati da reali personaggi della musica e della televisione italiani, da Jovanotti a Morandi, che lanciano immaginari appelli televisivi per convincere lo scomparso a tornare al lavoro. Grazie ad un umorismo sempre intelligente e mai volgare, e all’assenza di scene violente o spinte, Chi l’ha visto? È sicuramente film adatto per una domenica al cinema con la famiglia.

Il film, diretto da Alessandro PONTI, è interpretato da Pierfrancesco FAVINO, Giuseppe FIORELLO, Mariela GARRIGA, Dino ABBRESCIA, Sabrina IMPACCIATORE.

Ugo Dell’Arciprete