Dallo scorso 18 aprile 2018 è disponibile Gipsy, l’opera prima di Andreas Cavaccini, che si è ispirato ad una storia vera: i nomi dei personaggi, però, sono di fantasia.
Io e Irene ci scambiammo uno sguardo, un cenno d’intesa, dopo di che anche lei annuì. Tra noi due, quella notte, nacque una strana complicità. … Mi scrivo perché sono solo. Non so chi leggerà quello che scriverò, per questo che scrivo a me stesso. Probabilmente non lo leggerà nessuno, perché brucerò tutto. Ora scriverò solo per me, mi fa stare bene. …Sento la solitudine, la vedo qui intorno, là, di fuori: posso uscire e toccarla, farmici il bagno, affogarci dentro se voglio. Ma ne sono già troppo intriso ne ho umide le ossa da tempo ed i dolori che mi provoca talvolta mi impediscono di andare avanti come vorrei.
Ed è così che oggi ho cominciato a scrivere in funzione di non so cosa, per lasciare una traccia di me. Ma se poi brucerò tutto?
La copertina del volume, edito da Lupi Editore, è di Vauro, mentre la prefazione è dello scrittore Marco Proietti Mancini.
Andreas Cavaccini, nato a Roma nel 1966, collabora con diverse riviste turistiche, italiane e tedesche. La sua carriera letteraria si racchiude in diversi scritti di genere poetico e brevi racconti, mai pubblicati attraverso i consueti canali editoriali. Nel 1995 ha scritto Il mistero della tris perduta, auto stampata in un’unica copia regalata al suo amico Cesare: se non fosse successo quello che è successo a suo padre, probabilmente non avrebbe mai scritto su di lui. Non avrebbe, forse, mai scritto nulla.