Prato, Palazzo Pretorio: Dopo Caravaggio

16/12/2019


Venerdì 14 dicembre, a Palazzo Pretorio a Prato, è stata inaugurata una piccola mostra DOPO CARAVAGGIO. Il seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito, che può essere visitata fino al 13 aprile 2020.

La mostra, organizzata dal Comune di Prato, è curata da Rita Iacopino, Direttrice Scientifica del Museo di Palazzo Pretorio (il Museo di Palazzo Pretorio ha un patrimonio di 3.300 opere, delle quali solo 220 esposte) e da Nadia Bastogi, Direttrice Scientifica della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli.

In questa occasione dialogano due collezioni, quella pubblica di Palazzo Pretorio, che conserva uno dei nuclei più importanti di dipinti del Seicento napoletano in Toscana, e quella privata, messa insieme, a partire dagli anni settanta del Novecento, dall’Ing. Giuseppe De Vito, collezionista e studioso del periodo d’oro della pittura partenopea e fondatore del periodico “Ricerche sul ‘600 napoletano”.

Nelle due sale della mostra, l’allestimento ricrea l’atmosfera di un salotto con 16 dipinti, di cui alcuni poco noti o “mai visti” della Fondazione de Vito ed altri più noti del Museo di Palazzo Pretorio. Attraverso una oculata scelta di opere di grande qualità delle due collezioni, quindi, il percorso espositivo racconta l’impatto, determinante, della pittura di Caravaggio su alcune delle personalità più rilevanti della scena artistica partenopea nel XVII secolo.

Il periodo preso in considerazione dalle due curatrici, infatti, è quello del “dopo Caravaggio”, dagli inizi del naturalismo napoletano, che ha nel napoletano Giovanni Battista Caracciolo, detto il Battistello, il primo e più coerente interprete e trova un impulso determinante nella presenza a Napoli fra il 1616 ed il 1652 dell’artista spagnolo Jusepe de Ribera, per giungere, attraverso le declinazioni aggiornate sul classicismo romano bolognese e sulle correnti pittoriche neovenete di artisti come Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino, a Mattia Preti, protagonista della scena artistica partenopea di metà secolo insieme a Luca Giordano. Sulle loro opere, già improntate al linguaggio barocco, matureranno, poi, alle soglie del Settecento, artisti come Nicola Malinconico, con il quale si chiude il percorso espositivo con l’opera “Il buon samaritano” (1703-1706).

Di Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello abbiamo potuto ammirare il bellissimo “Noli me tangere” (1618) e l’intrigante “San Giovannino” (1627-30). Di Mattia Preti, che contribuì a traghettare - hanno spiegato le curatrici - il naturalismo verso un linguaggio pienamente barocco di grande espressività pittorica, sono esposti “Il Ripudio di Agar” (1635-1640) e la “Deposizione dalla Croce” (1660-1699)

Un video, poi, mostra le fasi del restauro, a cura dell’Opificio delle Pietre Dure, del dipinto il “Giacobbe con il gregge di Labano”, replica d’autore dell’opera dipinta da Ribera nel 1632.

La mostra è accompagnata da un ricco catalogo.

Info: DOPO CARAVAGGIO. Il seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito - Palazzo Pretorio - 14 dicembre 2019 / 13 aprile 2020 - www.palazzopretorio.prato.it.