Un film di Paolo Virzì sul mondo del precariato italiano

Tutta la vita davanti

  Cultura e Spettacoli  

 La ventiquattrenne Marta (Isabella Ragonese), una ragazza colta, curiosa, taciturna e fresca di laurea in filosofia, con tanto di lode e abbraccio accademico, dopo alcune risposte negative, trova lavoro come telefonista nel call center della Multiple, l´azienda diretta da Claudio (Massimo Ghini) che vende robottini da cucina a domicilio, un elettrodomestico futuribile. Marta si cala in questo nuovo mondo con l´ottica dello straniero, senza pregiudizi intellettuali La responsabile delle telefoniste, Daniela (Sabrina Ferilli) si accorge subito delle potenzialità della ragazza e la incita a migliorare. Gli slogan dell´azienda (Coccolare il cliente, Coraggio e autostima, L´orgoglio di essere persone speciali) sembrano dimenticare che quei posti di lavoro non offrono speranza per il futuro, ma sono precari. A interessarsi alla situazione è Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea), un sindacalista della Nidil-Cgil che spera di ottenere qualche informazione sul modus operandi della Multiple.
Il film, scritto da Paolo Virzì e Francesco Bruni, che si è ispirato al racconto di Michela Murgia Il mondo deve sapere, racconta il difficile inserimento dei giovani nel mondo del lavoro ed offe un´analisi in chiave comica, allegramente feroce ed amara, del precariato nell´Italia di oggi, delle ansie, delle aspirazioni, e dei problemi quotidiani dei giovani e la loro speranza in un futuro migliore.
Francesco Bruni, co-sceneggiatore di Tutta la vita davanti insieme allo stesso Virzì, ha precisato: Abbiamo volutamente tracciato un parallelo con i reality show perché in qualche modo indicano l´orientamento del nostro paese. Non vogliamo dire che non esiste più la solidarietà, perché c´è anche nei reality, ma di fronte alla nomination o all´eliminazione la logica del gioco è mors tua vita mea, una regola che ormai vige anche nella vita reale.
Paolo Virzì ha aggiunto: Call center e non solo. Questo film è stata l´occasione per raccontare lo spirito del tempo, la divaricazione tra cultura umanistica e i linguaggi contemporanei, la sottocultura televisiva divenuta l´estetica e l´etica di questi nuovi luoghi di lavoro. Non è facile parlare del proprio tempo senza cadere nell´invettiva, nel film a tesi. Abbiamo affrontato quest´impresa con spirito pieno di curiosità, avventuroso e beffardo. Ne è venuto fuori un ritratto allarmante, buffo, ridicolo e toccante di un´umanità sgomenta di fronte al futuro, incapace di progettare, e in balia di uno sfruttamento sottile più vicino al plagio psicologico che alla proverbiale arroganza padronale.
Oltre ai già citati Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini e Valerio Mastandrea, segnaliamo anche Elio Germano, il venditore superomista, e Micaela Ramazzotti, che interpreta Sonia, una sprovveduta ragazza madre.
FS

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