Lunedì 18 settembre a Milano, presso l’Hotel Palace, si è tenuto “ Olio e Nons’olio ”, un tasting dei produttori di olio di Chiaramonte Gulfi, preceduto da una conferenza stampa nel corso della quale Giuseppe Nicastro, Sindaco di Chiaramonte Gulfi, e Gian Luca Mercorillo, Assessore all’Agricoltura, hanno illustrato le peculiarità del territorio e della produzione chiaramontana. Al termine degli interventi istituzionali Fabrizio Vignolini, Direttore ONAOO (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva) ha condotto un’interessante degustazione tecnica, mentre lo chef Carmelo Chiaramente ha presentato alcuni piatti caratteristi del territorio.

L’eccellenza dell´olio di Chiaramonte

  Food and beverage  

Chiaramonte Gulfi – Gulfi significa in arabo terra amena - divenuta, da alcuni anni, famosa in tutto il mondo per la qualità dell’olio che vi si produce, è oggi il centro più blasonato d’Italia in quanto a premi e riconoscimenti attribuiti alla produzione di olio extravergine di oliva DOP “Monti Iblei”.

Da settembre a gennaio si fa la raccolta delle olive, ancora, per lo più, a mano, quindi il passaggio dell’estrazione dell’olio nei “trappiti” (frantoi), per arrivare, infine nelle tavole.

L’olio è ottenuto dalla lavorazione della Tonda Iblea, cultivar a duplice attitudine, che da origine ad extravergini fortemente caratterizzati, con fruttati medi di grande ricchezza aromatica, persistenza e complessità. In esso si ritrovano elevate quantità di acido oleico, buoni contenuti di fenoli, note di verdura cotta, pomodoro verde, apprezzabile dolcezza, equilibrato piccante e piacevole amaro

Cultivar Tonda Iblea – La carta d’identità

Pianta vigorosa, rustica, a portamento assurgente ed a crescita rapida, ben si adatta alle zone di alta collina. Produttività buona e costante. La fioritura è abbondante ed il polline è prodotto in quantità elevata.

Sinonimi: Cetrala, Marmorina, Tonda, Nostrale, Prunara, …

Areali ed entità della diffusione: Diffusione locale, nella zona dei Monti Iblei (6000 ettari). Nel comune di Chiaramonte Gulfi è diffusa per il 90%

Albero: Di media vigoria, con portamento assurgente e chioma densa.

Foglie: Piccole, ellittico-lanceolate, di colore verde opaco.

Infiorescenze: Di medie dimensioni, con 18 fiori, l’aborto ovarico è in media del 40%.

Drupe: Peso medio (4-8g), sferoidali, con rese in olio che variano dal 16 al 20%.

Endocarpo: Forma: ovoidale, dimensione: media, terminazione dell’apice: arrotondato

Caratteristiche bio-agronomiche e produttive: È autosterile, mediamente resistente a rogna e occhio di pavone; è impollinata dalla "Moresca", dalla "Zaituna" e dalla "Calatina".

Mani pazienti hanno saputo custodire nei secoli la cultura dell’ulivo, introdotta nella Sicilia Sud Orientale, alle pendici dei Monti Iblei, dai Greci, intorno al VI secolo A.C., con un impegno che ha condotto alla produzione di oli extravergini siciliani di qualità eccezionale: qualità, capacità di veicolare al consumatore suggestioni culturali attraverso la forte differenziazione e qualificazione del prodotto, sono alcune delle loro carte vincenti che hanno permesso agli oli extravergini siciliani di scalare i vertici delle classifiche, stimolando la curiosità di consumatori ma anche degli addetti ai lavori.

Chiaramonte Gulfi ha origini antiche. La prima denominazione nota è Akrillae, fondata presumibilmente da coloni greci. In epoca araba prese il nome di Gulfi e con tale denominazione continuò ad esistere nel periodo feudale, fino al 1299 quando, in una fase successiva al Vespro siciliano, venne distrutta dalle truppe angioine. La ricostruzione nell’attuale sito, più elevato e fortificato, si deve al conte normanno Manfredi Chiaramonte signore, sul finire del secolo XIII, della Contea di Modica. Da costui, la nuova città, trasse il nome. Distrutta dal sisma del 1693, risorse nello stesso sito con un connotato architettonico ed urbanistico tardobarocco.

Dopo l’unità d’Italia in questo piccolo borgo, situato ad una manciata di chilometri da Ragusa ad un’altitudine 654 metri, si incentivò ancor più la coltura dell’ulivo (nel territorio chiaramontano nell’ultimo scorcio del secolo XIX erano presenti ben 80 frantoi per l’estrazione dell’olio) ed i vigneti ricoprirono la fertile vallata.

Nella piazza Duomo, si trova la Chiesa Madre intitolata a S. Maria La Nova, con prospetto rinascimentale nel primo ordine (ultimato nel 1608) e tardo barocco negli altri due; all’interno dipinti di Gaetano Mercurio (secolo XVIII) di Simone Ventura (sec. XVIII) e Gaetano Distefano (secolo XIX). Nella stessa piazza si possono visitare il museo d’arte sacra e la raccolta di cimeli storico militare.

Accanto alla chiesa, nel settecentesco palazzo Montesano, sono ubicati altri cinque musei: ornitologico, degli strumenti etnico musicali, del Liberty, la pinacoteca Giovanni De Vita e il museo dell’olio che espone oggetti di uso comune e strumenti di tecnologia estrattiva dell’olio d’oliva; ambienti ed immagini dal XVII secolo ad ieri.

Chiaramonte Gulfi è famosa anche la sua posizione panoramica, tanto che il belvedere a nord ovest, nel Piano dei Cappuccini, fu denominato “balcone di Sicilia”.

Da alcuni anni è cresciuta di numero, ma ancor più di qualità anche la produzione dei vini.

Questa è la zona del Cerasuolo di Vittoria, ma si produce anche Nero d’Avola, Insolia e altri vini ancora.

Chiaramonte Gulfi può inoltre vantare un’antica tradizione nel campo gastronomico: E’ il paese in cui “si magnifica il porco”, alludendo evidentemente alla perizia nell’arte culinaria di preparazione del maiale: salsiccia, costate ripiene, salami…

Giovanni Scotti

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