Un nuovo studio internazionale, però, spiega che occorre fare di più …

Digital Transformation: le imprese italiane si stanno convertendo alla digitalizzazione

  Nuove Tecnologie  

CA Technologies, società che sviluppa software per la trasformazione delle aziende, ha promosso la ricerca “Exploiting the Software Advantage: Lessons from Digital Disrupters”, condotta, nel mese di luglio 2015, da Freeform Dynamics, società di analisi e ricerca specializzata nel settore informatico: l’indagine on line ha coinvolto 1442 responsabili IT e dirigenti d’azienda in tutto il mondo, tra i quali oltre 506 soggetti europei provenienti da Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Svizzera e Spagna. Nel campione di studio erano compresi soggetti che occupavano posizioni di rilievo nella gerarchia aziendale e nel reparto IT presso aziende pubbliche e private in nove settori merceologici con fatturato pari o superiore a 250 milioni di dollari.

Secondo l’Indice di Efficienza Digitale, creato ai fini della ricerca, le aziende, che realizzano con successo una strategia di trasformazione digitale, registrano una crescita di fatturato doppia e un aumento degli utili due volte e mezzo superiore rispetto a quelle tradizionali. Dallo studio “Exploiting the Software Advantage: Lessons from Digital Disrupters” emerge anche che le imprese italiane si stanno convertendo alla digitalizzazione, ma devono fare di più se vogliono sfruttare sino in fondo il potenziale delle iniziative digitali.

Il 58% delle organizzazioni italiane, percentuale lievemente superiore alla media europea del 56%, ha posto in essere un processo di trasformazione digitale - utilizzo, cioè, di moderne tecnologie e strumenti di comunicazione finalizzato alla trasformazione di alcuni aspetti chiave dell’azienda in un’ottica digitale - che ha assunto la forma di programma strategico coordinato.

Le iniziative digitali di maggior successo, fra quelle già in atto o almeno pianificate, riguardano lo sviluppo di prodotti e servizi (l’88% dei soggetti italiani interpellati), l’efficienza e l’efficacia della forza lavoro (81%) e l’integrazione con fornitori/partner (80%). Il 19% del campione italiano continua, tuttavia, ad intraprendere iniziative digitali su singole aree in modalità tattica e non sempre coordinata, e il 20% adotta tendenzialmente un approccio alle tecnologie digitali volto ad ampliare il modello di business esistente anziché attuare una reale trasformazione aziendale.

Nonostante il desiderio di digitalizzazione, le imprese italiane non stanno ancora mettendo in campo le innovazioni necessarie per attuare una trasformazione in tal senso. Ad esempio, dalla ricerca risulta che solo il 15%, la percentuale più bassa di tutta Europa, ritiene che le applicazioni e i servizi web-based siano cruciali per rafforzare il legame con i clienti e sviluppare il mercato. E soltanto il 20% considera la tecnologia mobile essenziale per creare “engagement” e incrementare il business, distinguendosi, anche in questo caso, come percentuale più bassa di tutta Europa.

Le aziende che hanno conseguito un buon livello di digitalizzazione, invece, stanno già raccogliendone i frutti: a seguito delle iniziative digitali intraprese, infatti, il 79% dei manager italiani intervistati ha riscontrato o prevede una maggiore fidelizzazione dei clienti, mentre il 75% ha ottenuto o si attende una crescita del fatturato, ed il 75%, infine, ha constatato o prevede un incremento del numero di clienti.

La trasformazione digitale è oggi indispensabile per guadagnare un vantaggio competitivo nella cosiddetta Application Economy. - ha dichiarato Vittorio Carosone, Sales & Partner Director, CA Technologies - Questo studio ha evidenziato disparità significative nei livelli di maturità complessiva delle iniziative digitali messe in atto dalle aziende italiane — riscontrando tra le più innovative una crescita consistente del fatturato e della fidelizzazione dei clienti, nonché un positivo impatto sugli utili e sul bilancio aziendale. Intimamente legato al concetto di trasformazione digitale è un impiego efficace del software che diviene in tal modo fattore di efficienza, competitività e successo.

I risultati dello studio promosso da CA Technologies hanno portato alla elaborazione del “Digital Effectiveness Index” (DEI), un indice sviluppato con la collaborazione di Freeform Dynamics. Le risposte relative all’impatto della trasformazione digitale sulla competitività e sugli indicatori delle performance aziendali sono state prima convertite in punteggi numerici e successivamente aggregate fino a formare l’indice DEI. I partecipanti all’indagine sono stati a loro volta suddivisi in diverse categorie in base ai punteggi totalizzati.

Dall’applicazione di questa metrica è emerso un gruppo di ‘Digital Disrupter’: imprese cioè che hanno realizzato importanti risultati grazie agli investimenti digitali effettuati in un’ottica di creazione di discontinuità sul mercato e nelle organizzazioni. In Italia queste realtà rappresentano, in base al DEI, il 4% del campione intervistato rispetto a una media mondiale pari al 14%. Lo studio rivela che, fra le fila dei Digital Disrupter, la crescita del fatturato è il doppio di quella registrata fra le organizzazioni tradizionali, mentre la crescita dei profitti è ben due volte e mezza superiore. I Digital Disrupter si differenziano per alcuni tratti comuni ed elementi distintivi che le aziende italiane potrebbero assumere per sviluppare le loro potenzialità. Ad esempio, il 52% dei Digital Disrupter in Europa è convinto della necessità di far leva sulle potenzialità offerte dal mondo delle app, e più in generale sul software, contro il 34% della totalità del campione italiano intervistato. Circa il 79% dei Digital Disrupter europei ha adottato strumenti e metodologie per lo sviluppo agile delle applicazioni, contro il 40% del panorama aziendale italiano intervistato. Inoltre il 68% dei Digital Disrupter europei ricorre alla gestione delle API (Application Programming Interface) per la creazione di applicazioni web, rispetto al 40% delle imprese italiane.

Lo studio evidenzia anche il contributo decisivo che gli investimenti possono rappresentare per il successo delle iniziative di digital trasformation. Il campione mondiale dei Digital Disrupter stanzia il 36% del budget IT per gli investimenti digitali e prevede di far crescere la quota al 48% nel giro di tre anni. Alla trasformazione digitale le imprese italiane dedicano, attualmente, una quota relativamente modesta, pari al 26% del budget IT, percentuale che nei prossimi tre anni dovrebbe raggiungere il 39% secondo gli intervistati.

Secondo lo studio i principali promotori di iniziative digitali all’interno delle aziende italiane sono i “team transfunzionali”, citati dal 22% del campione, la percentuale più alta fra tutti i Paesi partecipanti allo studio. Per contro, sempre in Italia, solo il 13% delle iniziative digitali viene promossa dall’amministratore delegato o dal consiglio di amministrazione, contro una media mondiale del 24%. Solo il 12% delle organizzazioni italiane consultate prevede già la figura del Chief Digital Officer, ma la percentuale è leggermente più alta rispetto alla media mondiale pari al 10%.

Per competere con successo nell’Application Economy, le imprese italiane devono attuare una discontinuità in tutte le loro strutture organizzative, processi e sistemi tradizionali. - ha dichiarato ancora Vittorio Carosone - Le aziende convenzionali devono affrontare profondi cambiamenti per integrare il digitale in tutti gli aspetti del business aziendale. Trasformandosi in organizzazioni digitali capaci di sviluppare in modo agile e in tempi brevi applicazioni che migliorano la customer experience e supportano la multicanalità, le imprese otterranno un reale vantaggio competitivo,

Info: www.ca.com

G. Scotti

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