Il Museo Poldi Pezzoli presenta al pubblico italiano una selezione delle opere più significative delle Collezioni Principesche Liechtenstein.

I PRINCIPI E LE ARTI: Dipinti e sculture dalle Collezioni Liechtenstein

  Cultura e Spettacoli  

Il Museo Poldi Pezzoli celebra quattro secoli di storia del collezionismo con la mostra “I PRINCIPI E LE ARTI. Dipinti e sculture dalle Collezioni Liechtenstein”.

Tema centrale della mostra, inaugurata alla presenza del Principe von und zu Liechtenstein, Hans-Adam II ed aperta fino a domenica 17 dicembre 2006, è la passione per il collezionismo che, così come ha caratterizzato la vita di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, si ritrova altrettanto viva nell’antica famiglia di origine austriaca che oggi possiede una fra le più ricche raccolte private al mondo per varietà e qualità artistica.

Il ruolo politico e la posizione di grande potere rivestiti da quattro esponenti della famiglia Liechtenstein hanno consentito loro di accumulare nel corso dei secoli un’enorme ricchezza e di sviluppare un forte amore per l’arte. È il principe Karl I (1569-1627) che nel XVII secolo inizia la raccolta di un grande numero di capolavori, dando vita a una tradizione collezionistica che si tramanda e si consolida fino ai giorni nostri.

I capolavori esposti nella mostra, tutti pezzi di grandissima qualità e valore artistico, sono stati selezionati privilegiando in particolare due filoni: i dipinti, soprattutto ritratti, e le sculture bronzee.

Tra i dipinti, la mostra può vantare opere dal Rinascimento all’Ottocento, sia appartenenti da tempo alla dinastia, sia di recente acquisizione, in un equilibrato rapporto tra arte nordica e tradizione classica italiana.

E’ possibile ammirare due dei più famosi capolavori di Anthony van Dyck: il “ritratto del conte Johann VIII di Nassau-Siegen”e il “Ritratto di Maria de Tassis”, in cui l’artista rende con grande maestria i toni delicati del volto della diciannovenne, la luce naturale degli occhi, le labbra rosee, l’oalescenza delle perle e le variazioni di luce sulla seta del vestivo. Si possono anche ammirareIl consiglio alla vendetta”, opera del milanese Francesco Hayez, e l’olio su tavola “Lo sguardo trasognato” del contemporaneo Friedrich von Amerling. In arrivo da Vienna anche Rubens con il suo “Ritratto di un uomo barbuto” e con il bozzetto d’ispirazione classico-mitologica di “Marte e Rea Silvia”, preparatorio del dipinto finale, nonché forma espressiva in cui il pittore mostra eccezionali abilità.

I preziosi bronzi delle collezioni principesche sono rappresentati nell’esposizione milanese da capolavori rinascimentali, classici e manieristi. Tra questi, il “Marsia”, una delle tre opere scultoree attribuite ad Andrea Mantegna e che l’artista avrebbe realizzato durante il suo soggiorno alla corte dei Gonzaga, e “Nesso rapisce Deianira” del Giambologna.

La mostra è anche l’occasione per ammirare opere che per oltre sessanta anni non sono state visibili al pubblico. Nel 1945, infatti, alla fine della seconda guerra mondiale, le Collezioni Principesche, che dal 1705 erano esposte nel sontuoso palazzo della Bankgasse di Vienna, sono state trasferite a Vaduz e mai più esibite, se non in una sola occasione, nel 1985, per una mostra al Metropolitan Museum di New York.

Alla fine degli anni Settanta Hans-Adam integrava le perdite subite durante il conflitto mondiale, metteva in atto una politica volta a nuove acquisizioni ed ampliava la raccolta di famiglia. Nel 2004 riportava nuovamente a Vienna le collezioni, oggi esposte in modo permanente al Liechtenstein Museum tra altri 200 capolavori.

Il catalogo a stampa è stato realizzato da Skira e comprende, oltre al catalogo delle opere e alla bibliografia anche i saggi di Annalisa Zanni (Due grandi collezioni europee: il Liechtenstein Museum e il Museo Poldi Pezzoli) e di Johann Kraftner (la storia delle Collezioni Principesche.

Giovanni Scotti

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